Il paesaggio verso l'Anatolia centrale cambia notevolmente, la visuale si allarga e netti si vedono i monti in lontananza, le luci si fanno sempre più lontane delineando la forma dei piccoli paesi e finalmente si apre il sipario sul suolo della Cappadocia...non so descrivere il tutto, ti riempie gli occhi...lo spettacolo è fiabesco, comunque arrivo a Goreme, io, un pò di coppie giapponesi e anglosassoni e una coppia non etero, ma molto punk, ognuno si dilegua nel micro otogar alla ricerca del suo giaciglio, ci saranno 100 abitanti a Gereme e almeno 200 sono le attività, tra market, rent tutto, hotel, hostel & cavehostel, cioè gli alloggi con le camere/dormitori ricavati dalle rocce di tufo calcareo, e tutto appare un pò strano e fa freddo, davvero freddo.
Alloggio in una pensioncina molto naif, gestita da una coppia turco-scozzese, lei turca e sembra scozzese, lui scozzese scozzese, si sente dall’accento infatti capisco la metà di quello che dice, fortuna parla poco; sono in un stanza da tre, con il bagno in comune, con altre 8 stanze, ma vista la stagione, non c’è nessuno tranne una coppietta e l’atmosfera è molto familiare.
Appena arrivato anche se stanco decido comunque di fare un giro per il paese, ci metto 98 secondi, allora vado in cerca di una dimore più consona al luogo in cui sono, e ricominciano le scarpinate…giro, chiedo, vedo ma i famigerati cavehotel, sono piuttosto cari, almeno quelli realmente ricavati dalle caverne dei “camini” (molti e belli sono in zone limitrofe a Goreme) e paradossalmente anche se bassa stagione i prezzi lievitano per via dei riscaldamenti, e che cacchio!, quelli più accessibili sono in realtà appoggiati ai camini ma l’interno è quasi sempre ristrutturato a mò di caverna quindi decido di interrompere le ricerche, mi tengo la mia calda pensione.
Dopo un po’esce uno spiraglio di sole quindi mi diriggo immediatamente verso l'Open Air Museum, a metà dello stradone che passa dietro il paese e arriva fino al sito, (in salita), ci sono i due itinerari per passeggiare nelle "red" e "green" Valley mi pare, rispettivamente di 5 e 3 km (i “cartelli” sono da decifrare, così ì sentieri), ma decido di farle in seguito.
L’Open Air Museum non è enorme, consiste in un gruppo di chiese rupestri scavate nella roccia vulcanica dai monaci ortodossi cristiani (1000 d.c. circa, anche se le prime abitazione pare siano datate 2000 a .c), le testimonianze più importanti in Turchia, ci sono "camini" con grotte, chiese, e affreschi perfettamente conservati (in parte ristrutturati), insomma una piccola cittadina con molte chiese e tracce della vita quotidiana del periodo, incantevole davvero, tanto che ci passo un paio d’ore almeno, anche perché ci sono cmq gruppi di turisti e accedere alle grotte a volte richiede tempo per salire le “scale” e per le dimensioni dei spazi, in pochi possono accedere, ma con la solita calma mi godo il sole e il panorama…poi decido di scendere e fare altre foto in punti che avevo individuato e a metà delle mie arrampicate puntuale il cielo si chiude (ma stavolta è stato anche meglio, mi ha concesso alcuni scatti meravigliosi) e non mi resta che ritirarmi mestamente in albergo (solo 1 km oggi, bene).
Il tempo non da tregua e la temperatura si abbassa, fa freddo e rimango quasi tutto il resto della giornata in stanza; il giorno dopo non decide proprio di mollare quindi esco giusto per avere informazioni sulla zona e pranzare, quando finalmente smette di piovere approfitto della poca luce rimasta del pomeriggio per tentare uno dei due percorsi che comprende anche la chiesa del Nazareno, la pista è impraticabile vista la pioggia dei giorni precedenti ma decido comunque di proseguire, arrivo alla chiesa e ovviamente è a pagamento, a dire il vero è un piccolissimo "camino" e non so cosa ci possa essere dentro di così importante per pagare l’ennesimo biglietto in più quindi dico all’omino che sbuca da un cavernetta vicino (cioè tutto il giorno insaccato lì dentro per far pagare il biglietto?? Mah..), che non né il caso e continuo il sentiero, faccio ancora scatti alla vallata di fronte, arrivo fino alla fine e dopo un po’ sbuco, da dietro una roccia, in una specie di frutteto nascosto, con una grotta chiusa da una porticina con lucchetto e due strani tubi in plastica che escono fuori dai lati (molto inquietante), mi giro e non c’è praticamente nulla, tranne un muro di cemento, fine del sentiero…meglio andare, torno indietro e vabbè, dico solo che tra acqua e fango non mi volevano più far rientrare in albergo, che sfiga!
Ultimo giorno a Goreme, mi alzo piuttosto amareggiato (e fortunatamente senza 40 di febbre), il cielo è ancora plumbeo e un po’ mi deprimo, ma esco ugualmente secondo i miei piani, affitto lo scooter e faccio il giro delle altre vallate, pioggia o non pioggia!
Contratto per 4 ore, anche se ce ne vorrebbero 6 forse, pago e parto, dopo 10 minuti e le mani completamente congelate un miracolo, il sole (lo so che è troppo scomodarlo ma dopo gli ultimi 4 giorni…), questo mi rallegra parecchio e finalmente mi godo in solitaria tutti quei posti che da tempo mi ero immaginato, in più con l'assoluta libertà di muoversi con uno scooter e arrivare ovunque, (cioè quasi, in uno dei miei off road a momenti ci rimanevo per via del fango, fortuna che me la cavo bene sulle due ruoteJ).
È davvero bello perdersi in questi posti, pochi al mondo credo siano così suggestivi, quasi magici, nonostante tutto sono stato fortunato l’ultimo giorno è stato grandioso e non contento il pomeriggio fiiiino al tramonto sono andato anche a esplorare il sentiero più lungo, davvero un’ottima giornata, peccato che alle 22 ho il bus per Van, 14 ore di viaggio…
Ci fermiamo per la seconda sosta alle 8, scendiamo tutti e mentre il solito omino sbuca e comincia a pulire il bus (a ogni stop arriva qualcuno con la scopa o l’idropulitrice…mah), ci dirigiamo a fare colazione, lo chef consiglia zuppa di lenticchie, ma sono le 8 del mattino? vabbè andata, fa troppo freddo e non mi va di parlare in malese col turco…ripartiti mi rendo conto della differenza tra l’Anatolia “inoltrata” e la Turchia, non c’è davvero nulla, il paesaggio è davvero ostile, pochi villaggetti con capre e mucche (in mezzo al traffico locale, ma sono in india??) strade rovinate, case sparse quà e là tutte con il tetto di lamiera argentata, tutte!, i pochi bambini giocano in strada con gli animali, vestiti di molto poco, qui non ci arriva la “turchia” di pochi giorni fa…
Prima di arrivare a Van, mi si appiccica lo stewart del bus, che rompe il ghiaccio facendomi i complimenti per la performance notturna (simpatico, macchè devo faaaaaaaaa???), “comunicando” con lui mi rendo conto che l’aria è nettamente cambiata dalla Cappadocia, poche sono le sue parole di inglese ma ci capiamo, lui con la mia lonely in mano e io che interpreto; gli piace tanto l’Italia anche se non c’è mai stato e siamo brava gente, è sposato con due figli, mi mostra le foto, è curdo e non ben visto dai turchi, mi dice questo è un problema, il governo nemmeno ci vede, ci emargina, e il Pkk se ci prende ci uccide (non lo dice ma fa un cenno passando la mano sul collo, non è barba..)…bene.
Trascorriamo così comunicando il tempo rimasto per arrivare, è estremamente gentile e curioso, lui stanotte dorme a casa e domani riparte per Istanbul per poi tornare 4 giorni dopo e così via…stiamo passando intorno al lago, il più grande della Turchia mi fà, è così “minerale” che le donne quando ci lavano i panni non usano nemmeno il sapone… ma osservando i suoi occhi mentre mi parla, appaiono ai miei molto più profondi e “minerali” di qualsiasi lago Turco.
Arriviamo in otogar ai confini della realtà, persone con sacchi, scatoloni, buste, che si accalcano nelle poche auto e molti minibus, nemmeno scendo e già taxi taxi, mi giro e chiedo al “mio” stewart dove m…devo andare, e lui mentre aiuta a scaricare gli altri chiama uno e gli dice di farmi salire sul mini per Van, vai segui lui e mi sorride, contraccambio e lo ringrazio profondamente…partiamo belli compressi, il minibus scorrazza sereno nel traffico in totale assenza di codice stradale, un altro "must" turco, ogni tanto l'autista si gira e urla una parola, si ferma scendono i scatoloni e i sacchi con sotto un omino, macisti...alla fine mi fa scendere in centro (lo percepisco) e comincia la mia 2 giorni “Vannista”.
Nulla di chè, la città è “famosa” per i resti della cittadella del 900 con numerose tombe rupestri (non pervenute), proprio sul lago, bella, ma trascurata, anarchica, "abitata" da ragazzi e ragazzini che ciondolano lì tutto il giorno, piccoli lucignolo della parte più povera della città; l’isoletta di Akdamar, dove c'è la Chiesa della Sacra Croce 1000 a .c., oggi museo, alcune moschee e il misterioso Gatto di Van, che non si sa dove sia (in qualche riserva/zoo dicono) o se esista ancora…i gatti che ho visto io hanno i costumi degli attori locali, molto diversi dal “paese” precedente, con etnie diverse e rughe molto profonde, difficoltà e stili diversi, molto.
Un ragazzo, molto disponibile che lavora in albergo, mentre mi accompagnava ad un minibus mi ha detto, io sono curdo e il governo ci odia, non ci vuole, vivere qui è come vivere…hai presente hitler o mussolini? ..un po’…beh, è proprio così, nazismo...
Di scrivere non ho più voglia, ma di sperare in sentimenti che non siano sempre così riluttanti sì, sempre.
Andrea, Van
le parole che hai scritto sono bellissime... pensa che io sto leggendo un libro che parla dei curdi, "pappagalli verdi", e delle loro sventure, delle mine anti-uomo che cercano di disattivare solo per avere un futuro più libero, cercando di sopravvivere nonostante le ostilità degli altri, cosa che non sono ancora riusciti ad ottenere. io ti vorrei raggiungere anche solo x questo, x vedere questa gente che ha avuto il coraggio di continuare anche se la propria vita è stata piena di soprusi e di perseguitazioni.
RispondiEliminaun caloroso abbraccio...
fra
fra: ovunque purtroppo possiamo osservare le crudeltà di cui siamo capaci, basta anche fare un giro nel nostro bel paese per rendersene conto, e fa male vero, ma come dici si va sempre avanti...ciao, Andrea
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