"Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.
I loro desideri hanno le forme delle nuvole."

Charles Baudelaire

Percorsodiviaggio


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lunedì 11 luglio 2011

Oz chiama brood, rispondi brood...

soggiorno australiano, Settembre 2010, un pò in ritardo...

Eccomi qui sul mio primo aereo dopo mesi di polvere, caos, bus, galline, treni, scatole, camion e trabiccoli di ogni inimmaginabile genere; lascio Bali con pensieri contrastanti, maggiormente positivi ma diversi dal solito.
Sull’aereo che mi porta a Perth popolazione bianca, metà palestrati e tatuati, biondi, un pelo maleducati, l’altra metà corpulenze di stampo occidentale, obesità, “benessere” da snack e fast food, bimbi isterici e genitori ancor peggio, in pochi umani…osservo dal finestrino tutta la terra che lascio, l’Asia, il Medio Oriente, l’Europa, leggo tra le mani le ultime pagine del libro “in Asia”…la prima sensazione è di timore, per la prima volta.
Come destinazione un paese occidentale moderno e tranquillo ma assolutamente sconosciuto…a stento trattengo le lacrime e l’unico pensiero è quello di scendere e ripensarci ancora un po’ ma è tardi.
Cullato stretto dalla miriade di pensieri e ricordi trascorsi mi tranquillizzo, in men che non si dica mi ritrovo a terra, non c’è tempo per le emozioni.
I controlli sono la prima frustrazione, sull’aereo passa un foglietto da riempire prima di atterrare, bisogna dichiarare tutto, possesso di soldi, alcool, tabacco, armi, legno, piante, batteri vari…(quelli molti), Daniela mi aveva avvertito ma io da bravo italico furbastro ho omesso “qualche” pacchetto di tabacco in più, oggetti di legno ecc…
Naturalmente al primo posto, quello del controllo passaporti, mi fermano e mi fanno attendere.
Gli unici due “fermati” siamo io con un passaporto europeo lievemente timbrato e un uomo abbastanza somigliante a me di chiarissime origini medio orientali.
Il “controllore” è gentilissimo anche se non capisco bene quel che mi dice, con i suoi modi rassicuranti e garbati entra ed esce da una porta che da in una stanza piena di pc e persone intente a controllare credenziali in maniera capillare, specie se sembri un rifugiato; osserva attentamente la foto nel passaporto, la mia faccia, il passaporto, la mia faccia…sorrido curiosamente….ebete direi.
E dire che dopo 6 mesi mi sono messo anche i jeans, la maglietta pulita e pettinato i capelli, certo la barba…
Dopo avermi chiesto dove vado, quanto intendo fermarmi nel loro paese, cosa intendo fare li, se ho soldi per mantenermi e ovviamente se non ho armi di distruzione di massa con me nel marsupio, dove intende alloggiare?
Amici, parenti o affini?? ci lasci un indirizzo? un telefono??
Un po’ stufo gli dico che i miei zii sono fuori dalla porta che aspettano ormai da 3 ore e se vuole può portarmi lo zaino e verificare di persona!
Sono in vacanzaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!
Mi lascia andare ripetendomi con la mano sulla spalla tutto ciò che non posso fare nel paese con un visa turistico, comincio ad odiare le mani sulle spalle!!!!
Vada ai controlli ora.
ORA????? Ma fino ad esso cos’era???
Tutti quelli del mio volo (e degli altri) hanno praticamente terminato i controlli bagagli ed io mi ritrovo in una stanza enorme come un anger con tutte quelle strisce blu attaccate a dei paletti cromati che delineano il percorso per mettersi in fila…mio Dio!!!
Zig Zago tutto il percorso tentando di passare sotto le strisce ma..no, non si può!!, ma ci sono solo io e le ultime 4 persone in fila sono a 10 metri di distanza, perché ne devo fare 50????
Falli!!!!!
Ok.
Arrivo e sono praticamente l’ultimo, davanti a me il panico.
5 postazioni con raggi x per i bagagli, 10 persone con guanti blu che controllano tutto il contenuto delle valige di tutti passeggeri (due per postazione) compresa la busta dei panni sporchi, sono fregato!
Torno indietro con la scusa di cercare un bagno (così da togliere il tabacco dalla busta dei panni sporchi e scarabocchiare ancor di più la dichiarazione per comunicare l’aumento dei pacchetti)…no vada avanti, il bagno è dopo l’uscita.
Sono fregato, non ho paura certo non è nulla di grave, male che va te li buttano ma…perdere 50 dollari così no.
Tocca a me e mi chiama un tipo su un tavolino senza raggi x ne guanti, guarda il foglietto goffamente scarabocchiato e mi chiede se ho qualcosa da dichiarare.
Apro lo zaino e gli mostro i coltelli indonesiani fatti a mano e una scatoletta di legno comprati come souvenir, li osserva, controlla, farfuglia qualcosa in australopiteco e mi sorride, altro???
….beh…No!
Bene, enjoy my country.
Bene, se lo dice lei enjoio...
Sudato ma sereno intravedo dalla porta automatica d’acciaio dell’uscita i miei zii e le mie cugine con i bimbi che mi aspettano, finalmente terra!
Riabbracciare i miei parenti dopo circa 17 anni (e 3 ore) è stato davvero emozionante, strano anche, ma bellissimo.
Cosa si può dire dopo tutto questo tempo?
L’ultima volta che ci siamo visti praticamente ero un giovane adolescente “difficile” e pieno di tutta quella pesante confusione che tutti gli introversi hanno, e forse anche un po’ scemo.
Certo si è confusi sempre nella vita, chi non lo è, ma a 17 anni è ancora più complicato, il mondo, la vita, i rapporti, l’esistenza stessa, hanno un peso devastante per come li si intende in un paese “moderno”, o magari lo è stato solo per me…
Ad ogni modo dopo poco tutto ha preso una familiare direzione, zia Angelina ha preparato per l’occasione una lasagna da 18 kg, oltre a tutto il resto (Dio benedica l’Italia), e zio Giancarlo dopo avermi abbracciato e detto come và, mi dice domani ci facciamo sta barba però eh…musica per le mie orecchie...e per la mia ex pancia :-D.

La permanenza a Perth è breve, in due settimane devo essere a Melbourne da Daniela, abbiamo un festival in New South Wales.

Ovviamente a casa tutti lavorano e io passo il tempo un po’ con zio in giro e un po’ da solo ad esplorare il luogo “alieno”.
Dalla prima camminata in solitaria rimango “turbato” dalle anomalie.
Strade pulite, tranquille, case basse con giardino, piscina, prati ovunque, quiete, parchi, keep left, laghi, persone a fare jogging, maggiormente donne giovani con passeggini da jogging, bimbi che giocano felici, uccelli colorati (tanti), alberi, swan (cigni neri simbolo del W.A.), ed un senso di quiete ed ordine che non mi appartiene…è tutto bellissimo devo dire, anche se mi fa un po’ strano ne rimango piacevolmente colpito, mi manca un po’ il caos dell’Asia non lo posso negare.
Le mie cugine ogni giorno si alternano per portarmi in giro e farmi sentire a mio agio nonostante siano occupate con il lavoro; Antonella mi porta a vedere l’oceano e a soli 20 minuti da casa ci troviamo davanti il lungo mare.
Ancora prati, panchine, bbq, docce, strutture, tutto gratis naturalmente, spiagge enormi con persone che fanno sport, surf, ed il sole che scende lento sull’acqua, è il tramonto, il primo in terra australe…meraviglioso…poi locali, ristoranti ed una discreta giovane umanità che fa da cornice, stupendo.

Inutile, sono ancora un pochino stordito, non è semplice per la mia mente comprendere l’enorme contrasto con le realtà appena lasciate e quella in cui mi ritrovo catapultato.
La prima sensazione è di ordine assoluto, efficienza, così enormemente in conflitto con quella di pochi giorni fa che le mie capacità necessitano di tempo.
Fortunatamente Luciana ha una buona idea…invitarmi alla cena con i suoi amici al ristorante greco….è greeeco!!!!!!!!
Serata memorabile passata con lei, Marco (marito romano e romanista esagerato… mito assoluto), i suoi amici e l’atmosfera del luogo…bellissimo, credo sia stata la prima volta da quando sono partito che mi sono divertito così tanto, fantastico..!!!!
Il giorno dopo lo passiamo al nature riserve della città, con tutta la famiglia compresi i piccoli Federico, Clelia ed Eliano, adoro i piccolini, mi sento come lo zio venuto da lontano, mai visto prima ma a cui donano tutto il loro spontaneo amore familiare, li adoro sinceramente…
Trascorriamo la giornata così, tra canguri, koala e tutti gli animali dell’”isola”; nonostante non ami le strutture in cui si rinchiudono animali, specie se per “mostrarli”, il tutto mi è sembrato estremamente rispettoso e curato, inoltre le persone che lavorano li sono preparate e amorevoli con tutti gli animali, insomma, una giornata davvero piacevole.
Il giorno dopo il mio malandato ginocchio ha di nuovo problemi, ormai è dall’India che mi perseguita, si è gonfiato un’altra volta e sono costretto a passare un paio di giorni a casa lievemente “imbalsasalamato”, non ci voleva.
Appena ripresomi continuo l’esplorazione e mi dirigo con il treno metropolitano nel centro della città, sono solo un paio di fermate non ci sono problemi, ma mentre arrivo a pochi metri dalla stazione sento in lontananza mio zio che mi chiama; mi vuole accompagnare e spiegarmi come fare il biglietto e prendere il treno…inutile, non bastano nemmeno 35 anni di Italia e 11 mesi di trasporto pubblico disumano per contenere l’apprensione familiare, dolcemente indimenticabile :-D.

Il centro di Perth mi lascia un po’ così, è piccolo, con grattacieli, uffici, banche, mall, attività gestite da asiatici, chiese e null’altro.
Rimango un po’ perplesso, è la città più grande del W.A. ma solo dopo capisco che in realtà la città è l’estensione mastodontica tutta intorno, praticamente quasi lo stato intero.
Torno dal mio tour a piedi, sono pochi km fino a casa dei miei e preferisco camminare (come al solito) per vedere meglio il contorno.
Solita pulizia, edifici nuovi, parchi immacolati, attività di ogni genere, tranquillità….questo è il senso che mi trasmette osservando il tutto… credo sia davvero un posto perfetto per crescere dei figli, per avere una famiglia, una vita serena e placida.

Passo il tempo sempre con i miei, cercando anche di pianificare il mio viaggio per Melbourne, si Viaggio.
Mi informo su treni, bus o eventuali camion, ma Marco e gli zii mi spiegano che da Perth a Melbourne è come da Roma a Londra andata ritorno e riandata…cioè circa 3500 km!!!!!
Mi sa che come al solito non ho capito nulla, altro che autostop, cioè potrei anche farlo ma ho i giorni contati ed il costo del treno o del bus è di circa 1000 dollari e tre giorni di viaggio, l’aereo 250 dollari e tre ore….mi sa che devo volare ancora va...

Luciana ha deciso di prendersi 2 giorni di ferie prima che parto e portarmi a spasso fuori da Perth (grandiosa), il primo lo passiamo esplorando la costa nord fuori dalla città, tra spiagge immense ed una mare prepotente e maestoso, immagine struggente e tempo speso solo come nel migliore dei modi si possa desiderare, parlando e conoscendosi un’altra volta…poi andiamo a Fremantle, storica cittadina a sud di Perth , bellissima, storica, lievemente italianica, inoltre primo posto dove ho intravisto aborigeni, strana sensazione questa ad essere sincero, ma non so nulla, devo capire, quel che ho sentito a loro riguardo è tutt’altro che positivo…
Il secondo giorno, insieme alla simpaticissima Teresa, lo passiamo tra le colline appena fuori dalla città, dove tutto ha un senso sacro, ancestrale, di importante rilevanza umana…le cantine vinicole del W.A….dopo un anno immergermi nella viticoltura australiana è il modo migliore per capire un paese, per me of course :-D.
Passiamo l’intera giornata nella Swan Valley, bellissima, grandissima e fornita di tutti i beni di prima necessità: vino, formaggio, salumi, cioccolata, birra, degustazioni gratuite!!!!
Poesia per tutti quei sensi ed organi ormai sopiti da quando sono partito da casa, si torna a ragionare con la pancia finalmente :-).

Il luogo è un dipinto, sembra quasi di attraversare le colline italiane o francesi, solamente più ampie, vaste, tanto vaste!!!!
Facciamo solo un giretto e qualche sosta, in Australia i controlli per l’alcol sono assolutamente frequenti ed inflessibili, tanto che ci sono appositi pullman (gratis) per chi vuole fare un giro più “approfondito”.
Naturalmente non siamo qui per esagerare anzi, solo per godere della bellezza del luogo, dei suoi frutti e della splendida giornata di sole, e infatti la sosta alla fabbrica di cioccolata è stata la più sentita…forse :-).
Nonostante la bellezza e la bontà del tutto, basta poco al mio spirito italico per ritornare polemico e prodigo di domande e perplessità (niente, non cambio di una virgola), riguardo ai vini naturalmente.
Prima di tutto i tappi!
Non esistono in sughero e visitando alcune cantine non lesino dubbi sull’efficacia di utilizzare tappi a “vite”, stile gotto d’oro per intenderci.
Come li manteniamo gli odori? Come si può evolvere il vino senza l’ossigeno prodotto dal contatto con il sughero??? Come si mantiene a lungo termine??? E blah blah…
Le risposte sempre le stesse.
È uguale…il tappo a vite di latta è il futuro, non esiste più il sughero, superato….agli australiani piace di più, è più semplice…ummmm…
Solo poi comincio a fare attenzione alle etichette:

…preservative (220) added.
Produced with the aid of milk,
egg, nut and fish product...



Inutile tradurre, la risposta alla domanda come mai tutto questo è stata: lo fanno così in Francia, Italia ed in tutti gli altri paesi, alle volte con cose peggiori, solo che qui lo dobbiamo scrivere!!!!
Non posso dire che è falso con assoluta certezza ma da quel che mi ricordo dei miei corsi, delle visite alle cantine per osservare i processi, delle vendemmie fatte per lavoro o per amicizia e per come lo fanno parenti ed amici da anni e anni, non mi sembra così!
Ad ogni modo i prodotti sono buoni ed i procedimenti sono meticolosamente controllati, i vini decisamente discreti, credo che queste scritte siano solo per prassi e regole, come dichiarare la presenza di solfiti da noi, non so.
Comunque a parte le solite “andreate” la giornata è stata grandiosa, ci siamo divertiti tantissimo e passato un’altra giornata bellissima, non finirò mai di ringraziare Luciana, la adoro.
Ultima visita del mio soggiorno perthiano è stata al lussuoso casinò della città (e con miei vestiti)… il mio primo di sempre a dire il vero, non ero mai stato in casinò, ma è stato divertente, specialmente grazie a Marco che ci ha salvato dal collasso economico, poche fishes, spiccioli, ultima puntata, numero secco alla roulette…ormai rassegnati la buona sorte ha fatto capolino, come sempre ormai, abbiamo vinto esattamente i soldi investiti, ne un dollaro di più ne uno di meno…ufff, è annata bene Marco!!!!

Il mio tempo a Perth è finito, un vero peccato, ho trascorso giorni bellissimi con tutti, sono stati fantastici ed io porto con me qualche emozione in più, molto che più, quel senso di amore che riaffiora semplicemente viaggiando, quando sei con te, lontano da quel senso di “casa” che camminando da solo si fa sempre più forte, vitale, necessario…quel senso di amore incondizionato.

Ora devo andare, Melbourne e Daniela mi aspettano, comincia un altro capitolo…
Grazie a tutti di cuore, ci rivedremo presto…di sicuro.

Andrea, Perth.

La partenza dall’aeroporto è stata…troppo personale, grazie ancora.