"Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.
I loro desideri hanno le forme delle nuvole."

Charles Baudelaire

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martedì 31 agosto 2010

Troppo karaoke underground!!!!


Arrivo a Krabi in tarda serata dopo un viaggio allucinante nel maledetto bus locale, 5 ore a - 5 C° (con tanto di alluvione provocata dalla condensa dei bocchettoni), tra stradine provinciali e soste incalcolabili.
La cittadina non ha nulla da chiedere al mondo, è semplicemente l’alternativa a Phuket per poter visitare le isole nel mezzo dello splendido mar delle Andamane, tra cui la strafamosissima e deturpata isola di Ko Phi Phi, quella del film the beach per intenderci, con protagonista quel salame di Di Caprio (io lo posso dire!!!).
Ad essere sinceri sono stato tentato dall’andare a Phuket ma dopo tutto quel che ho letto e sentito dalle persone incontrate nel paese mi sono voluto risparmiare eventuali, certe, “delusioni” per via dello squallore descrittomi, tanto più dopo aver trascorso le ultime settimane in alcuni dei luoghi più belli di questo paese.
L’approccio con la città è stato subito positivo, dietro la mia super g.h. c’è il mercato notturno che a differenza degli altri è influenzato anche dalla cucina mussulmana, vista la crescente presenza di islamici mano a mano che si scende verso sud.
Dopo aver trovato, con non poca fatica, il nuovo tuorist information spostato di "soli" 6 km dal centro della città (raggiunto a piedi ovviamente), realizzo, nonostante l’impegno e la cortesia degli impiegati, che visitare le isole con le proprie forze è impresa impossibile, il tutto è nelle mani delle varie agenzie…e te pareva.
Scarto immediatamente l’isola più famosa, Ko Phi Phi, il tour di un giorno costa come 1 settimana di permanenza e a detta dei ragazzi incontrati è penoso (non l’isola in se ovviamente).

Vieni praticamente scarrozzato tutto il giorno con il motoscafo insieme ad altri milioni di motoscafi per i punti più famosi (sempre grazie al maledetto film) con tutta la ressa di turisti che ne consegue; per fare delle foto? No grazie.
La cosa migliore sarebbe stare qualche giorno sull’isola ma è troppo costoso per me e sinceramente non mi interessa.
Opto per il tour di un giorno nelle 5 isole vicine, Ko Hua Khwan, Ko Poda, Ko Taloo e compagnia “isolando”, un intero giorno sulla tipica long tail boat thailandese, pranzo compreso (è importante).
Anche qui c’è da girare e contrattare ma alla fine per una cifra ragionevole trovo l’accordo.
Partiamo la mattina alle 9 da Ao Nang (dove tutti i turisti risiedono pagando il doppio di Krabi), siamo una ventina di persone racimolate dalle varie agenzie sparse e rifilate all’unica che organizza il tour.
Tra di loro anche un ragazzo di Torino reduce dalla visita a Ko Phi Phi il giorno prima, una tragedia, nemmeno il tempo di fare un bagno, presi e spostati continuamente tra centinaia di persone, nemmeno le foto abbiamo potuto fare per via del numero dei turisti… per una cifra vicina al ridicolo aggiungo io, ma non contento ha pagato, come quasi tutti gli altri, questo tour 200 bhat più di me…camminare!!!
Il giro è interessante e io mi piazzo subito sul tetto della barchetta di legno per godere della visuale e prendere il sole, peccato che dopo un pò mi raggiungono una ventina di persone…addio madrakata, maledetti!!!
Raggiungiamo le varie isole sostando più di un ora su ognuna così da avere tutto il tempo per nuotare (tra coloratissimi pesci tigre assassini, altro che fish massage), fare snorkeling tra i coralli (tranne io che da buon pulciaro non ho pagato l’affitto della maschera) e rilassarsi al sole, l’acqua è incredibile come le isole che visitiamo.

Solo un isola era “abitata” da un resort, Tham Phra Nang, bellissima davvero, dove si trova la Princess Cave, caverna dove risiederebbe lo spirito di una Principessa Indiana la cui nave affondò nel 300 AC e divenuto luogo sacro per i pescatori che, nell’altare adibito, offrono enormi falli di legno nella speranza di ottenere abbondanti pescate...non fa una piega :-).  
Le altre isole sono praticamente deserte, gli unici umani che incontriamo sono altri turisti con motoscafi e barche veloci ma fortunatamente evitiamo la ressa, quando arriviamo se ne vanno e quando andiamo via arrivano, fortuna…
La giornata è stata davvero bella anche grazie alla insolita simpatia e disponibilità dell’equipaggio della barca e al tempo che ci ha risparmiato, meno interessante il pranzo, scamuffo direi, ma riguardo ai luoghi nulla da dire meritano tutti gli elogi sentiti.
Rimango a Krabi un altro paio di giorni senza un motivo (forse per i semafori a dire il vero, cavernicoli…) ma la cittadina non mi dispiace è piuttosto realistica e rilassante, in più ho anche la fortuna di imbattermi nel “mega” mercato del fine settimana, con tanto di palco adibito per le esibizioni di karaoke (che meriterebbero da sole un mese di permanenza) e la festa gastronomica, una sagra thai tanto per intenderci, ma con interessanti bancarelle di manufatti artigianali delle zone vicine, ottima serata.
Lascio questa città del peccato canoro con un po’ di malinconia, ma è ora di avvicinarsi alla Malesia, ormai sono più di 2 mesi che giro la Thailandia e ho voglia di rimettermi in cammino, quindi decido dirigermi verso Hat Yai, città elettrizzante e snodo commerciale, a detta della guida…
Arrivo e mi sistemo nell’unica topaia disponibile in città, ed è realmente tale, la sistemazione non merita descrizione, tranne che per la “buona notte” dal mondo...
Subito mi immergo nell’"esplosiva" vitalità cittadina e giro..giro tra le vie della città tra bancarelle di oggetti da poco conto, indumenti falsi, alimenti in scatola e scatoffierie cinesi, il tutto tra gli imponenti centri commerciali e i vari pizzza hut e mc donald’s.
In giro una quantità impressionante di persone, di tutte le età, in preda alla sindrome da shopping, tutto gira intorno alle griffe, vere o tarocche, delle grandi vetrine, delle spropositate pubblicità occidentali, delle luci e dei suoni sparati a tutto volume.
Non è un luogo turistico, assolutamente, in giro moltissime donne con il velo e uomini chiaramente mussulmani, ma tutti rapiti dalle apparenze, dalle futilità…
Cammino e mi guardo intorno, realizzo che non è un luogo per me, decido di partire l’indomani destinazione Georgetown, Penang, Malesia.
Ciao Thailand, felice di averti vissuto per un pò...

Andrea, Hat Yai.


venerdì 27 agosto 2010

Troppo bello per essere vero

Lasciamo Ko Pha Ngan con una gran malinconia, posto bellissimo, e partiamo per l’isola più grande del golfo ma anche la più costosa, Ko Samui.
Daniela qui è di casa e conosce un resort carino sulla collina a Hat Chaweng la zona più turistica ma a quanto pare anche la più bella.
Arrivare al resort è impresa ardua quindi chiamiamo e ci facciamo venire a prendere con la jeep.
Per me è la prima volta che vado in un posto simile e appena visti i prezzi (ed essere stato rianimato con i sali) ne comprendo il perchè (naturalmente è un’esagerazione, meno della metà di una notte nella più squallida pensione di Roma… è che ormai s’ho debbole de core…).
Il posto è bello, molto a dire il vero, si trova come detto sulla collina che si affaccia sul golfo dell’isola, in mezzo un grandissimo prato dove distanti ci sono i bungalows di varie dimensioni e prezzi, il campo di green volley e giochi per bambini; il ristorante ed il bar sono praticamente all’aperto con un enorme tetto di legno e paglia, ci sono alcune piccole costruzioni "palafittate" in legno dove poter mangiare, bere o leggere seduti per terra tra stuoie e cuscini, e la piscina con area sbrago totale terrazzata sul panorama..paradiso.
Il bungalow che prendiamo è il più economico ma nulla da dire, in legno con un bellissimo bagno in pietra e veranda con sdraio…non mi sembra vero dopo tutti questi mesi.
I pochi giorni passano veloci, siamo stati praticamente in ozio tutto il tempo tra letture, chiacchiere, piscina e relax totale, solamente una mattina siamo scesi giù al mare, luogo turistico e costoso, gli alberghi costano almeno il doppio del nostro e sono pieni.
La giornata è stata piacevole, anche la colazione al mercato a base di riso, morning glory e formiche, non so come faccia a darmi retta Daniela…
Nonostante il tursticissimo luogo la spiaggia ed il mare sono favolosi e l’acqua è incredibile, mai vista così celeste, senza coralli e str…etti vari, ci sono anche i venditori da spiaggia, di gelati specialmente, ed uno in particolare non si scorderà di me.
Tipo curioso, camminava con il suo frigo portatile fermandosi di tanto in tanto davanti ai possibili clienti piantando il "menu" di latta sulla sabbia e cantando a squarcia gola canzoni thailandesi per convincerli ad acquistare, alla fine lo sciagurato si è fermato davanti a noi e non ha nemmeno avuto il tempo di iniziare lo show, mi sono subito tirato su ed ho intonato il meglio del mio repertorio di canzoni napoletane neomelodiche trash con tanto di pugni stretti ngopp uu core e occhi chiusi; senza parole, ne acuti, mi ha guardato sconfitto ma sorridente, tra i commenti e le risa dei bagnanti thailandesi, ha preso il frigo e se ne è andato…Daniela era piegata in due…comincio seriamente a pensare ad un futuro come cantante in Campania :-D.
Daniela ha l’aereo nel pomeriggio ed è tempo di salutarci.
Non credevo che sarei stato così bene è una persona adorabile, intelligente, sensibile e con uno spirito di adattamento non comune, specie per i miei standard di viaggio, ma soprattutto non abbiamo mai discusso su niente, incredibile se si pensa a quanto sia rompiscatole e pesante il sottoscritto; mi sono trovato benissimo a viaggiare con lei e non credevo dopo tutti questi mesi in solitaria.
Devo anche ringraziarla perché se non fosse stato per lei non avrei visto questi splendidi luoghi e passato ore così piacevoli e divertenti…buona fortuna per tutto Daniela, chissà magari ti stresso anche in Australia :-).
È tardi, Daniela ha preso il taxi per l’aeroporto ed io devo capire cosa minchia fare.
Qui tutto è costoso quindi provo a spostarmi verso Na Thon.
Blocco uno di quei strambi taxi collettivi e mi faccio lasciare in mezzo alla strada in una zona consigliatami da uno dei fucking ragazzi del resort, a detta sua la zona più economica.
Mi trovo nei pressi Ban Bang Po, mi incammino e osservo qualche g.h. con i prezzi esposti, non ce ne sono molte ma sono fattibili, 200 bath per notte.
Vedo una specie di agenzia di viaggi ed entro per informazioni riguardo a dove mi trovo…sul divano c’è un bambostro in sovrappeso di circa 8 anni intento a lobotomizzarsi davanti la tv, gli chiedo se c’è qualcun altro oltre lui, ma con un inglese inverosimile mi dice che il suo papà è fuori e tornerà tra poco, se necessito di informazioni riguardo ad alloggi, tuors, ferrys e quant’altro posso chiedere a lui…lo guardo immaginandolo sulla graticola tra aglio e rosmarino, lo mollo!
No grazie, magari ripasso…piccolo inglesofilo!!!!
Esco e mi chiama un tipo strano seduto a un bar sulla spiaggia insieme a una donna e un uomo sulla sedia a rotelle intenti a bere birra, mi avvicino e mi fanno sedere.
Lui è Edge, omone di due metri un po’ sdentato con fisico da palestrato, tatuaggi, canotta bianca e bermuda militari, lei una signora inglese al quanto “pubbista” che gestisce il trash bar e l’uomo sulla carrozzella un amico in vacanza…mi chiedono che ci faccio li e se ho bisogno di qualcosa.
Beh, cerco un posto dove dormire.
Quanto vuoi spendere?
Guardami.
Ok…
Prende il cellulare e chiama qualcuno, parlotta e mi dice va bene 180 a notte?
Certo.
Vieni con me.
Annamio…
Saluto i due simpatici amici e partiamo con la sua moto…
Facciamo qualche km e mi ritrovo tra la strada, la giungla e il mare, in un curioso posto.
Lui parlotta con la signora in “thaibritish” e lei non lo fila…
Mi mostra la camera ed è ok, le altre sono occupate solo da thailandesi, sono l’unico straniero…e ci credo.
Mi scorrazza con la moto per tutto il perimetro facendomi conoscere tutti i locali del luogo, mostrandomi la sua casa, il centro massaggi della moglie e l’accesso al mare…luogo carino devo dire e senza turisti.
Per ringraziarlo gli offro una birra e comincia a parlarmi della sua vita...tutta!
Vive ormai qui da anni e lavora come carpentiere per una ditta inglese che opera in Thailandia, è sposato con una thailandese e non ha alcuna intenzione di tornare a casa, fa di tutto per rimanere qui...
L’impressione iniziale non mi dava molta fiducia ma come al solito non devo mai guardare troppo l’apparenza, alle volte ancora lo dimentico.
Saluto Edge e lo ringrazio, ci vediamo in giro ok???...ummm, vediamo Edge, vediamo...
Per cena cerco un luogo nei dintorni, non mi va di star fuori e vorrei scrivere un po’, ma la cosa si rivela più complicata del previsto.
Mi metto sulla strada poco lontana dalla g.h. ma per trovare il primo ristorante devo fare 2 km tra negozi chiusi e go go bar per thailandesi con musica a cannone e ragazze in shorts, finalmente ne trovo uno anche piuttosto carino di fronte ad un albergo, ma in giro nessuno straniero.
Mentre torno indietro rifletto sul cosa fare, qui non è male ma non mi va di spendere soldi in un luogo del genere e medito di partire domani, o no?
Torno in stanza e dopo essermi lavato vado a prendere l’asciugamano pulito e piegato sul letto con altre cose sopra.
Due asciugamani, una saponetta, il telecomando della tv (ammazza che stanza) e due preservativi…(?)
Mentre mi asciugo mi guardo intorno pensieroso, come mai due preservativi sul mio asciugamano?
Pareti rosa salmone, letto matrimoniale celeste (come la lampadina notturna), ventilatore sulla sinistra e specchio lungo orizzontale sulla destra…e due preservativi…miiiiiiiiiii
Credo di aver capito dove sono, qui non è male però....domani parto per Krabi!!!!

Andrea, Ko Samui

sabato 21 agosto 2010

…e io te “distruggo”…

Dopo giorni di discussioni e pianificazioni abbiamo deciso, andiamo a visitare il famoso "trittico" di isole a sud del golfo della Thailandia; inizialmente non erano nel mio programma ma valutando le spese sostenute in due nei giorni passati credo sia fattibile, quindi perché no? E poi Daniela ha l’aereo prenotato da Ko Samui, sua iniziale tappa di villeggiatura, quindi ci spostiamo da Ban Krut a Chumphon e da li prenderemo il ferry che ci porterà prima a Ko Pha Ngan e successivamente a Ko Samui.
Il treno parte a mezzanotte e noi dobbiamo lasciare la g.h. prima di pranzo, tutto il pomeriggio a zonzo senza moto è obbiettivamente pesante ma Daniela ha una delle sue brillanti uscite; passiamo davanti ad uno dei più fichi resorts vista mare con la piscina totalmente deserta, lei entra, parlotta con le recepionists un po’ basite e mi chiama, tutto il personale è in riunione e i pochi turisti fuori, possiamo stare qui quanto vogliamo, hanno anche i bagni e le docce…fatto, spappolamento gratuito in piscina con sdraio e quant'altro solo per noi e tutto free…grandissima, credo manipoli le persone con la mente J.
A ora di cena ci imbattiamo casualmente in una donna thai molto simpatica e trascorriamo la serata con lei; incredibilmente conosce Martin e Lilly, passiamo così tutta la serata ad ascoltare le sue storie, praticamente pettegolezzi (tra l'altro ce ne racconta una a cui crediamo di aver assistito), tra stranieri e donne thai, è simpatica e un po’ mattarella a dire il vero ma brava, tanto che ci scorrazza tutta la sera in macchina fino alla stazione.
La salutiamo e prendiamo il treno, alle 5 arriviamo e alle 8 siamo sul traghetto per le isole.
La prima in cui ci imbattiamo è Ko Tao, la più piccolina, non fa parte del nostro itinerario ma la sola vista dalla barca è favolosa, acqua trasparentissima e vegetazione meravigliosa, paradiso per snorkeling.
Arriviamo a Ko Pha Ngan, famosa soprattutto per il full moon party, che ha noi ovviamente non interessa, e ci facciamo portare da quella specie di taxi fino a Laem son, una località sulla costa opposta a quella più turistica.
Siamo qui sempre grazie alle indicazioni di Julien e degli altri ragazzi francesi conosciuti a BK, abbiamo fatto bene.
Troviamo un bungalow di legno carino ed economico proprio vicino alla spiaggia, anche se in questo punto l'acqua non è un granché la zona è abbastanza tranquilla e la gente simpatica.
Come da copione ci impossessiamo subito di una moto e cominciamo a girare l’isola.
Beh, appena fuori dalla nostra “base”, tra il sali e scendi delle impervie strada sulle colline, rimaniamo attoniti.
Lo spettacolo è bellissimo e cominciamo a visitare tutte le spiagge fino alla fine della strada, a nord ovest dell’isola.
Ci sono molti alberghi e resorts ma altrettante spiagge bellissime con mare turchese e panorami mozzafiato, specie al tramonto.
Il mare qui è meraviglioso ma l’unico “neo” sono i coralli.
Ottimi per chi fa snorkeling ma non per chi si vuole godere in totale libertà il mare; iniziano proprio sulla riva e sono piuttosto “scomodi”, inoltre sono sede di quelle curiose e viscide forme di vita chiamate da Daniela slugs, mollicci lumaconi grossi come salami di colore nero, marrone o grigio, tradotti fedelmente da me, in italiano contemporaneo, str…di mare J.
Fortunatamente alla fine della strada, nel senso che finisce davvero e senza segnali a strapiombo, troviamo una baia fantastica, coral bay, ci si arriva da un curioso resort che al posto di cani e gatti ha un suino di compagnia grigio gigante che vaga per il perimetro, cucina compresa, il padrone praticamente, bellissimo.
Vicino la spiaggia alcuni bungalows nascosti tra gli alberi e pochissime persone, sarà praticamente la nostra meta fissa nei giorni di mare seguenti.
Le mattinate le trascorriamo esplorando l’isola in tutte le direzioni consentite dalle strade, tagliamo l’isola da nord a sud passando anche per le water falls e luoghi isolati, ma purtroppo anche tra le residenze degli elefanti utilizzati per i tours nella giungla.
Spettacolo poco edificante ma anche difficile da giudicare a quanto pare, sono stati portati qui molto tempo fa per aiutare nei campi e ora con l’avvento del progresso ed il loro improvviso inutilizzo, sono relegati al trasporto-turisti, visto che in libertà travolgono e distruggono tutti i campi coltivati dell’isola.
Certo è difficile trovare una soluzione definitiva, perché costosa a dire il vero, e tanto meno giudicare, però vederli incatenati mentre danno testate agli alberi non è bello per niente...
Una mattina siamo stati anche a visitare la spiaggia dove si tiene il fantamitico full moon party, e che dire?
Per entrare in spiaggia bisogna attraversare gli edifici di cemento, passare attraverso praticamente, un’accozzaglia di mostruosità in espansione, la spiaggia e l'acqua nemmeno a dirlo sono bellissime (nonostante tutto!!!), peccato che travolti dai chioschi di bevande alcoliche con le loro “pittoresche” scritte e dalle rumorose moto ad acqua…pessimo spettacolo di giorno e non oso immaginare la notte, trovo disgustoso ridurre in quel modo un luogo naturalmente tanto bello…mah!
Ripartiamo da hat rin ripercorrendo l’incredibile strada, pericolosa a dire il vero, specialmente per chi come molti stranieri pischelli non ha mai guidato una moto, ci sono curve e pendenze da brividi, mai visti, a differenza dei ragazzi fasciati e delle stampelle fuori dai locali…attenzione!!!
Mentre ci dirigiamo verso la nostra baia ci fermiamo presso un chiosco per il pranzo, cibo deludente ma sorpresa garantita.
La signora è appassionata di animali e oltre a cani, gatti, conigli giganti ecc.. c’è anche lui, un cucciolo di gibbone, un trovatello dolcissimo ed affettuoso con tanto di pannolino J.
Certo la catena che aveva al collo quando ce lo ha mostrato ci ha un po’ innervosito, poi però ci ha mostrato la stanza dove lo tiene, interamente per lui, e spiegato che essendo a ridosso della strada quando lo fa uscire lo deve per forza legare per evitare che venga investito.
Non so se il tutto sia legale o meno, ma lei ci è apparsa estremamente premurosa…
Girare per quest’isola è stato illuminante, credevo fosse il solito luogo turistico ma non è così, è un posto davvero piacevole e rilassante per chi  ha tempo, voglia di girare e vedere fuori dai canonici itinerari.
Inoltre rimarrà nei miei ricordi anche grazie a Fabrizio, residente romagnolo in quel di Ban Chalok Lam, dove  10 anni fa ha aperto un ristorantino italiano in riva al mare davvero carino, lo gestisce insieme alla moglie thai e alle loro due figlie piccole, che parlano romagnolo!!
Incredibile sentire il loro accento e guardare i loro visi, bellissime.
E per la prima volta dopo più di 7 mesi mi sono concesso un pranzo italico, fettuccine (tirate a mano al momento) e gnocchi al ragout….certo nulla a che vedere con quelle di Zelia o con i pallottini di Nerina ma…me avevano troppo provocato!!!!

Andrea, Ko Pha Ngan

venerdì 13 agosto 2010

Ozio per ozio...e non perdere il vizio!

Davanti al maxi schermo in riva al mare allestito per i mondiali di calcio assisto al triste epilogo della nostra nazionale, fedele specchio dell’inarrestabile declino del mio amato paese, affogo il mio dollllorrre nel pesce fritto mentre lo stordito ragazzo dello stand mi porta la birra gelata, e di sua sponte un dono…con un innocente sorriso mi porge il calendario delle prossime partite del torneo fino alla finale, lo guardo (bramando semplicemente il calore del suo collo fra le mie mani) e lo ringrazio del pensiero…mentre nella mia mente calciofila se ne susseguono di impronunciabili.
Fortunatamente il giorno dopo arriva Daniela, anche per la gioia di Martin a dire il vero, che è si un tipo simpatico ma piuttosto logorroico e parecchio british, con me ed il mio inglese awanagana i discorsi finiscono spesso con un Doh!, ora tocca a lei parlarci, e quanto... J.
Non perdiamo tempo e il giorno dopo affittiamo la moto e cominciamo ad esplorare le zone vicine.
Oltre al mare ci sono anche templi e grotte buddiste davvero incantevoli (tranne che per le scalinate), quindi le giornate trascorrono così: ricerca di nuove spiagge, “breve” sosta nei ristorantini di pesce locali, tentativi di comunicazione con gli abitanti (spesso vane), ed escursioni sulle colline, una fatica eh...?
Il mare non è esaltante complice anche la stagione delle piogge ma la tranquillità del luogo e la cordialità degli abitanti (e l’ottimo mercato delle cibarie serale J) ripaga dei continui scherzi del tempo.
Una giorno siamo andati anche a visitare il vicino confine con il "Myanmar" dove ogni mattina c’è un mercato piuttosto interessante, a detta di Martin…
In realtà è stato piuttosto deludente, tranne che per i banchetti che vendevano piante di varietà a me sconosciute, specialmente Daniela che sperava di trovare qualcosa di interessante per il suo mercato, tutto il resto è paccottiglia cinese o roba simile; per me però è stato strano essere li a pochi metri da quel paese che mesi fa non mi hanno concesso di attraversare; lo guardo da qui, due passi e sarei in Birmania, in uno degli ultimi luoghi dal fascino quasi immutato, mi attrae sempre più specialmente dopo aver visto gli occhi e i visi delle persone che scambiano ogni giorno i loro prodotti a pochi metri da quello stesso confine, ma so anche che non avrei la libertà di esplorarlo come desidero per via dell’ennesimo folle governo, regime militare a dire il vero, che controlla e costringe e vieta e soffoca e strappa l’anima a chi vuole solo semplicemente vivere una vita...sempre a pochi metri…
L’ultimo giorno decidiamo di completare il tour de force scalando il tempio della città tra gli inquietanti macachi, molti, troppi, fortunatamente insieme a noi ci sono altre 4 persone che assoldano una venditrice di banane per visitarlo, almeno si distraggono...sinistri.
Il tempio appare disabitato e un po’ trascurato ma è comunque piacevole grazie agli onnipresenti alberi di frangipane in fiore che emanano ovunque il loro penetrante profumo, alla bella vista sulle baie con gli isolotti di rocce calcaree e le colorate barche da pesca thai, bello veramente.
Prima di riconsegnare la moto tentiamo di visitare anche li tempio sulla collina in mezzo alla base militare ma appena arrivati rimaniamo basiti dinanzi alla particolarità dei “residenti”, i gibboni.
Intere famiglie di docili e dolcissimi gibboni dalla lunghissima coda invadono tutto il perimetro dinanzi alla scalinata che porta al tempio (per fortuna, ripida e lunga…salvato dai primati J), con i cuccioli che giocano, i più piccoli  arancioni (?) allattati dalle premurose mamme, altri a mangiare tra alberi, prati e strutture di legno, restiamo li quasi fino al tramonto a fare foto ed osservare la dolcezza di questi animali e la bellezza questo luogo in mezzo ad una base militare…senza parole.
Il giorno seguente lasciamo Prachuap Khiri Khan ma non prima di aver ricevuto da Martin e Lilly indicazioni e suggerimenti relativi alla località che andremo a visitare, Ban Krut, 50 km dalla città di Chumphon.
Siamo stati davvero bene con loro, gentili e disponibili in ogni momento, anche se sospetto che Daniela non la pensi esattamente così per via delle logorroiche conversazioni giornaliere di Martin e le mie performance nasali notturne, credo cominci a pentirsi gradualmente della sua scelta J.
Dopo poche ore di treno arriviamo alla stazione, il tempo è bellissimo ma il caldo è soffocante, la distanza dalla località è di circa 2-3 km, gli zaini pesano…mentre riflettiamo sulla possibilità di chiamare il tuk tuk sidecar (ennesimo curioso veicolo locale), due ragazzi su un furgoncino delle bibite ci salutano, immediatamente li fermiamo con la scusa di chiedere indicazioni in merito alla guest house consigliataci da M e L, e dopo un attimo ci ritroviamo in mezzo ai cartoni di coca cola dietro al furgoncino, andavano proprio li, scrocconiJ.
L’alloggio non è un granché ma è proprio sul lungo mare davanti alla spiaggia e in giro ci sono solo resorts per thailandesi piuttosto kitch e costosi.
Anche qui ci sono pochissimi stranieri, alcuni con le loro compagne thai, altri trascorrono le “vacanze” dopo 6 mesi di lavoro in Europa.
La località è piccolina, c’è l’immancabile tempio in cima alla collina (ma raggiungibile in moto J), un villaggio di pescatori e vari ristoranti thailandesi; più avanti lungo la costa a pochi metri dal mare un residence piuttosto pacchiano e resorts (sporadici).
La spiaggia è una lunga lingua di sabbia deserta che arriva sino a Bang Saphan…non ci credo.
La mattina seguente decidiamo nuovamente di affittare la moto e partiamo per le consuete esplorazioni, ma con molta calma; dopo 1 km di strada tra il verde, alcuni edifici in costruzione e qualche resorts, avvistiamo palme ed amache…non resistiamo e ci fermiamo a fare il bagno e a prendere il sole, intorno a noi nessuno (tranne un omino coperto dalla testa ai piedi che con un lungo bastone fa cadere le noci di cocco lungo la strada per evitare "incidenti"…o magari arrotonda?).
Che meraviglia, ancora non ci crediamo, km di nulla tutto per noi e l’acqua è ancora più bella di Prachuap.
Daniela nonostante il suo ottimo italiano è a corto di parole “futuriste” (romane insomma) quindi, mentre lei tenta (invano) di aiutarmi con l’inglese io l’aggiorno sui termini utilizzati nella lingua corrente, tipo: relax = spappolamento, cioè???  quello che stiamo beatamente vivendo J.
Dopo ogni sosta ci spostiamo in altre zone lungo il mare, facciamo parecchi km con la moto e passiamo luoghi semi isolati, come la piccola baia prima di Ban Saphang dove abbiamo mangiato divinamente sulla spiaggia vicino al mare e fatto il bagno post-pranzo nell’acqua celeste e trasparente tra granchi e pesciolini.
Per le strade qualche contadino e i pescatori intenti a sistemare pesci da essiccare su lunghi teli blu, in strada pochissimi mezzi praticamente solo noi.
È comunque vero che lungo queste strade ci sono alcuni resorts, ma sono solitamente in mezzo alla natura e non “attaccati” l’un l’altro, molti quasi invisibili, nessuno occupa la spiaggia e comunque sono quasi esclusivamente frequentati da thailandesi durante il fine settimana o per le vacanze; non so se siamo stati fortunati nonostante la stagione delle piogge, ma tutto è tranquillissimo, bellissimo e le persone sono gentili come mai incontrate in Thailandia, sempre sorridenti e garbati, forse perché la zona ancora non è sfruttata dal turismo internazionale, non so, ma di certo è un posto che mi ha inaspettatamente rapito.
Passiamo così tre giorni, tra spiaggia, mare ed escursioni in moto, tutto è meglio di come immaginavamo, in più Daniela si sta rilevando una compagnia di viaggio straordinaria, praticamente andiamo d’accordo su tutto e ci piacciono le stesse cose, parliamo delle cose più diverse e conosciamo entrambi realtà differenti dalle proprie, donna estremamente interessante nonostante sia Australiese (quanti ti arrabbierai? J); certo lei la mattina all’alba fa yoga, credo, mentre io ronfo beato (tranne l’insolita mattina in cui ci siamo svegliati tardi entrambi leggermente scombussolati senza saperne il perché fino a quando il francese spelacchiato nella stanza di fronte ci ha raccontato della brillante idea della padrona…all’alba ha spruzzato al piano di sotto un potentissimo veleno per zanzare – uno dei figli ha contratto la dengue pochi giorni fa – praticamente una nube ha invaso per ore tutto lo stabile causandoci una sorta di “morte apparente” fino alle 11, e senza avvisarci!!!!) ma a parte questo ed il fatto che mi dice che parlo come Borat (no, al massimo come Albertone) mi fa davvero piacere condividere questo pezzo di trip con lei, speriamo non si stufi...

Andrea, Ban Krut

martedì 10 agosto 2010

A volte ritornano

Ritornare  a Bangkok è stato molto più semplice e anche se accolto da i soliti marijuana, ascisc, lady bum bum e pem pem,  tutto mi appare familiare, rilassante, bello.
Sarà anche merito della zona tranquilla dove è situata la mia guest house, solo semplice quotidianità thai e qualche turista tra le strette viuzze, un paradiso di quiete al centro di Bangkok!!!
Sono iniziati i mondiali di calcio e ogni giorno le vie sono infestate di gente davanti alle tv sparse, gioca l’Italia e io decido di fare visita ai ragazzi della libreria trash.
Ci sono solo due di “loro”, il figlio del blues panzato e ed un cinquantenne scozzese che fa sporadicamente l’attore in thailand… sono amici del padrone che improvvisamente si è smaterializzato dalla città, nessuno sa dove sia finito, aveva bisogno di star solo, forse è andato a nord mi dicono.
La partita dell’Italia sfiora il ridicolo e mentre i due non stanno zitti un attimo io rimango inchiodato alla tv imprecando in varie lingue, percepisco subito che sarà un mondiale drammatico.
Lascio i simpaticoni dandoci appuntamento per il giorno dopo, ma il giorno dopo è chiuso e quello dopo ancora la libreria la stanno smantellando i nuovi proprietari, chiedo al ristoratore cinese a fianco cosa è successo e lui mi fa uno strano cenno con la testa e con le mani, kaput, il piccolo sogno britannico si è infranto.
Peccato, nonostante la trasheria dilagante era un localino simpatico.
Le giornate passano tranquille ed io tento di programmare le prossime tappe del mio viaggio verso il sud del paese, le zone da visitare sono sempre le stesse per tutti, Pattaya, Ko Samet, Ko Samui, Phuket, Ko Phi Phi ect ma non mi piace questo giro…fortunatamente mi imbatto nel racconto di Fra sul tripmagazine che racconta del suo viaggio fatto in moto fino alla Malesia.
Decido quindi di procedere lentamente verso sud passando sulla costa del Golfo della Thailandia.
Nelle mie assolute serate a Khaosan road, che lentamente si ripopola di turisti dopo i nefasti giorni di scontri tra governo e camice rosse, tra una partita e una birra conosco Julien, chef parigino ventottenne appena tornato da 2 mesi di Cambogia, e altri francesi giramondo.
Lui è rimasto folgorato (non solo a livello naturalistico) dalla Cambogia e ha deciso di tornarci ed aprirsi un bar sulla spiaggia, come sono diversi i punti di vista di un viaggiatore…visti i risultati delle rispettive nazionali ci facciamo compagnia a vicenda,  scambiandoci consigli di viaggio sull’India ed il Nepal che loro si apprestano a visitare, e le zone a sud che mi interessano.
Mi danno parecchie informazioni su come evitare pestilenze trash turistiche pischelle, consigliandomi di visitare alcuni luoghi frequentati ma lontano dal marasma western.
Con tutte le info rimediate, ed un libro di Terzani in italiano scovato nella mia G.H. e sottratto amichevolmente, mi sposto in direzione sud, precisamente Prachuap Khiri Khan.
Il treno è una piacevole sorpresa, comodo e pulito, unico neo la mafia di venditori che ogni minuto passano tra i vagoni ed hanno sede operativa in quello ristorante, dove se non consumi a cifre folli non ti fanno sedere nemmeno per fumare!!!
Fortunatamente vengo invitato da un gentile e distinto signore malese al suo tavolo.
Adire il vero vive in Australia ed ha chiaramente origini cinesi.
Ci mettiamo a parlare del suo business, della famiglia, dei valori, della mia “complessa” scelta di vita, che per un cinese non è semplice da capire, come si può vivere senza immagazzinare migliaia di banconote e avere una famiglia muta e fedele???
E poi servono persone come te, dedite al lavoro, al sacrificio, all’abnegazione totale al D’io denaro….
Eh, che ne so? Sono un po’ vivo da qualche mese e proprio non ci pensavo…
No problem, quando arrivi in australia chiamami ho 3, 4 negozi e bisogno di gente come te, te ne apro uno ok?
Ma veramente io mi sarei al momento ritirato dalla società e dall’impegno costante verso il “non capisco che ci faccio qui”, non si potrebbe magari riparlarne tra 3 o 4 lustri???
Ci conto eh???
Niente, non vengo mai capito, ok ci vediamo li…
Arrivo alla stazione, un giardino con una casupola praticamente, e con stupore nessun tuc tuc, motobike o taxi ad aspettarmi, solo una leggera pioggerellina.
Mi incammino verso la via principale in cerca della g.h. segnalata da Fra chiedendo in giro se la conoscono.
Pochi mi capiscono ma sorridono e mi salutano gentili.
Un ragazzo la conosce e sorridente prende la moto e mi accompagna, grande J.
È un bell’alloggio ma costoso per i miei parametri, subito dopo una doccia faccio un giro del paese e dopo essermi perso nelle uniche tre vie mi imbatto casualmente in una bellissima casa di legno stile thai totalmente risistemata, è la Maggie’s Guest House, è gestita da una simpatica coppia, Martin ingegnere navale inglese che ora insegna nelle scuole e Lilly, la sua simpatica moglie thailandese.
Mi mostra la casa, 6 stanze graziose ed accoglienti da 150 bath in su, tre bagni in condivisione, la cucina per gli ospiti, wi fi, acqua, lavanderia e tutto il resto gratis.
Gli comunico che da domani avranno il loro primo ospite italiano, si perché da pochi giorni hanno rilevato l’attività da un amico…per me semplicemente il migliore alloggio in 9 mesi.
Il giorno seguente mi piazzo nella mia nuova bellissima dimora, loro sono gentilissimi e disponibili, affitto la bici e giro per la cittadina.
È affacciata sul mare, su una baia piena di piccole colorate barche di pescatori, la cittadina in se non ha nulla di particolare ma l’atmosfera è deliziosa, rilassante e cordiale con un piccolo tempio buddista che domina, dall’alto delle sue infernali scale infestate di macachi assassini, tutto il golfo.
Come primo giorno mi sparo subito una trentina di km in bici andando verso il villaggio dei pescatori, il parco nazionale e la base militare, nonostante il maltempo.
Per raggiungere le altre spiagge come Ao Manao, si deve attraversare la base aerea Wing 5…base aerea…sembra di stare alla Hawaii, una postazione militare che farebbe invidia a qualunque villaggio turistico, con militari sorridenti, vegetazione rigogliosa e atmosfera da invidia…si attraversa tutta, compresa la pista di atterraggio, per raggiungere le spiagge e i luoghi più belli, ci si ritrova sulla laguna con pinete, ristoranti, scuole, parchi per bambini e bazaar  “solo” per thailandesi, cioè zero turisti, si contano sulle dita di una mano, un paradiso vero.
La prima giornata è stata esaltante, sfiancante per il tour in bici ma meravigliosa, ancora non mi sembra vero che tutto questo splendido luogo non è “inquinato” dal turismo di massa e ne sono strafelice.
Al mio ritorno dalla scorrazzata ho trovato una mail di Daniela, la donna australiana conosciuta un mese fa,è di nuovo in Thailandia per lavoro, in un mese ha venduto tutti i suoi abiti ed è tornata per i nuovi ordini, ha una decina di giorni liberi e si dirige a Ko Samui per una vacanza, se sono da quelle parti ci incontriamo; gli illustro il mio itinerario e l’idea di esplorare questa parte di costa prima di andare, o meno, su eventuali costosissime isole, dopo una breve discussione ha deciso di raggiungermi e condividere insieme a me parte di questo itinerario, in tutti questi anni non ha mai visitato la costa al di fuori dei percorsi turistici.
Beh, dopo tutti questi mesi di solitudine non sarà semplice condividere un pezzo di viaggio con un altro essere umano, ma lo sarà almeno per dividere le spese che qui nel sud sono un po’ più alte…mah, speriamo si porti i tappi per le orecchie, non credo che le mie performance da baritono notturne siano diminuite J.

Andrea, Prachuap Khiri Khan