Fatto il cambio di alloggio passeggio un po’ per la zona, prima lungo il fiume poi per i mercati vicino.
In vendita molte sciocchezze per turisti, abiti per thai e banchi di cibo proprio davanti ai ristoranti, c’è di tutto e tutto “cotto” al momento, tanti odori (anche sgradevoli) e colori che uniti alla calura fanno quasi perdere i sensi.
Contrariamente a quanto letto e sentito la zona farang non è assillante ne caotica, ma lo si deve certamente ai disordini visto che le vie sono sature di tutto, di negozi, ristoranti, agenzie, fish massage e qualunque cosa possa venire in mente.
La sera già annoiato dall'annichilente sfavillio delle insegne decido di camminare e trovare un luogo più tranquillo; attraverso un canale e noto una via con dei ristorantini thai (chinese-thai) tavolini all’aperto e locali.
Uno dei gestori, simpaticamente e senza esprimere suoni, mi catapulta su un suo tavolo dandomi menu, carta e penna, libertà di scelta…
Al tavolo vicino un donna occidentale che vedendomi abbastanza disorientato mi consiglia l’insalata che stava mangiando lei, bene oggi non devo far nulla J.
Cominciamo a parlare e appena gli dico che vengo dall’Italia comincia a parlarmi in un italiano perfetto.
È australiana ma figlia di immigrati italiani, come molti è qui per business, vende vestiti nei mercati intorno a Melbourne, la sua città, vestiti hippie per la precisione, lo potevo capire da me…oltre a questo fa anche altre cose abbastanza particolari, hippie direi, lavorando pochi mesi l’anno e viaggiando per l’Asia, incredibile, donna solare e piena di energia positiva; dopo cena ci spostiamo in una micro libreria vicina gestita da un inglese che ovviamente vende anche birra, bevi leggendo no?.
Il posto è un po’ ai confini della realtà, ci sono 4 tavolini e gli ospiti “fissi”, un inglese piccoletto e panzato figlio del blues sempre a suonare dopo una buona dose di birra, un tedesco che vive a Bangkok da 9 anni vendendo pezzi ricambio per moto in Germania, un pensionato dell’est Europa ma scozzesizzato, e con la moglie sarda, che ha costruito barche per tutta la vita, un ragazzo africano che sta li da giorni ma nessuno sa il perché.
In questo animato e condito angolo trascorriamo il resto de l tempo a chiacchierare dei rispettivi paesi e vite, ma maggiormente dell’Italia e passo decisamente un bella serata in quella esilarante cornice, poi alle 23 tutti a nanna la città chiude e tutto torna deserto e surreale, nemmeno un suono nella caotica Bangkok.
Praticamente gli ultimi due giorni li ho passati a girare il resto della città e dei templi insieme a lei (e ai soliti individui –parenti dei tuc tuccari - che ti dicono sempre che il tempio è chiuso e che per soli 10 bath te ne fanno visitare altri che nessuno conosce, nemmeno i thai …a nenooo, vabbè il primo giorno ma mò basta eh!!!! ), io devo partire per la Cambogia e lei tornare al suo lavoro ma è stata davvero una conoscenza illuminante che mi ha fornito nuovi aspetti riguardo l’Australia e al suo sistema (utile per quando sarò lì) oltre che un tuffo nei rispettivi ricordi dell’amato ex “bel paese”…in più ho un’altra amica da stressare, sto diventando un peso per tutti i continenti J.
L’indomani alle 7, in una splendida e luminosa mattina in quel placido angolo di città, il minivan passa a prendermi e si parte verso il confine.
Arriviamo ad Aranya Prathet è ci fanno accomodare nell’agenzia per compilare i moduli e avere il visto, ma io sono stato chiaro a Bangkok, sono qui solo per il trasporto, ma loro tentano di farmi fare il visa li "per soli" 1350 bath.
No bello faccio da me, grazie..
Contrariati ma cortesi mi attaccano un adesivo quadrato arancione di un cm sulla maglietta dicendomi aspettaci dall’altra parte…non sono molto convinto.
Cammino per più di un km tra polvere, camion e carretti caricati come camion; prima di arrivare cominciano a fermarmi persone con un cartellino al collo e tentano in ogni modo di farmi fare il visto con loro, di questo ero informato e li eludo anche se con difficoltà, comincio a chiedere in giro, alla polizia, all’ufficio turistico e tutti mi indicano uno di quei maledetti omini che come condor attendono sorridenti.
Io non ho fretta e continuo la mia ricerca, dopo 15 minuti un militare con basco e occhiali a goccia neri mi chiama, cioè mi fa un cenno con un sopracciglio, tutto militarizzato-petto in fuori-quadrato mi guarda dalla testa ai piedi e mi dice di seguirlo.
Mi porta all'uscita della Thailandia e sorridente mi dice fallo dopo, e mi saluta…mah.
A dire il vero è stata la prima cosa che avevo fatto ma mentre ero in fila alcuni occidentali mi hanno detto che si doveva fare prima di uscire, nulla di più stupido.
Comunque mi faccio timbrare l’uscita e all'entrata della Cambogia i militari in 36 secondi mi appiccicano l’adesivo sul passaporto, un mese di visa 800 bath. La metà.
Nel frattempo incontro una coppia, lui francese uguale a Chandler, lei thai uguale a…una thai, mi aspettano pensando di poter dividere un taxi con me per Siem Reap ma io gli dico di aver fatto tutto da Bangkok e che dovrebbe esserci qualcuno ad aspettarmi da questa parte, loro guardano l’adesivo e titubanti mi seguono.
Non facciamo in tempo a sbrigare le ultime cose che siamo circondati da omini con al collo un altro cartellino (tipo, associazione turistica cambogiana), ci dicono di seguirli, io già comincio a stranirmi ma vedo che tutti salgono sul bus navetta gratuito per la stazione, io gli parlo dell’agenzia e loro mi dicono di seguirli proprio per questo.
Saliamo sul bus e parlando mi dicono che quell'adesivo non conta nulla e che non avendo fatto il visto con loro non verranno, cominciano a dirci quali possibilità abbiamo per raggiungere Siem Reap.
In effetti io non ho ne ricevuta ne nulla, solo lo stupido adesivo e nessuno era dall'altra parte, tutti quelli nel minivan di stamane si sono fermati li in attesa di passare il confine con un taxi.
I dubbi cominciano ad assalirmi ma fortunatamente quando ho organizzato la cosa da Bangkok ho lasciato solo un deposito di 200 bath e quando stamane nessuno mi ha chiesto il saldo io tanto meno ne ho parlato J.
Arriviamo a questa stazione nuova fiammante, sembra un piccolo aeroporto, subito ci mostrano i mezzi a disposizione e le tariffe, dentro solo noi e micro fast food deserti.
Subito non mi quadrano, le tariffe sono più alte di quello che so e comincio a dire che io devo aspettare quelli dell’agenzia, loro mi dicono che non è così, che i soldi li ho persi e devo per forza partire con loro, non ho altre possibilità.
Chiedo di essere riportato al confine ma loro non ci pensano proprio e se la ridono.
Anche la coppia con me non è affatto d’accordo su questa vicenda ma un po’ dimessi cominciano ad assecondarli, io mi comincio a scaldare ed esigo spiegazioni dai due che mi avevano detto di seguirli a nome dell’agenzia ma loro fanno finta di nulla dicendo che non è vero e devo prendere i mezzi cha hanno loro.
Io comincio lievemente ad infervorarmi e ribadisco le mie richieste fino a far scoppiare uno di loro che tutto rosso mi dice di tornare indietro che i turisti in Cambogia non gli vogliono e che decide lui chi può entrare o meno…d’un tratto mi distendo davanti a quella esilarante esortazione e gli scoppio a ridere in faccia, lui blu torna nell’ufficio.
Tranquillo e con una gran faccia da schiaffi mi piazzo nella sala d’attesa cominciando a pensare al da farsi, ma dopo pochi secondi sento urlare il mio nome, era l’omino dell’agenzia che gentilmente mi chiede come mai non ero al confine ad aspettarli, gli spiego l’accaduto e lui si scaglia come una furia su tutti gli ominidi della stazione rimproverandoli platealmente per il tentativo di “fregatura” ai nostri danni, in special modo con il puffetto infervorato che da blu diventa viola.
Torna da me e dagli altri scusandosi a nome di tutti dicendoci che è tutto ok e in 5 minuti si parte per Siem Reap; loro possono venire con noi? Dico io riferendomi alla coppia franco-thai che non aveva prenotazione, certo mi risponde, non siamo mica Thailandesi noi, siamo persone per bene (immaginare la faccia della dolce ragazzetta thai).
Dopo 4 ore di van con altri 6 stranieri e 3 di quei malefici, mendaci omini che tentavano ogni minuto con chiunque (addirittura con me), di proporre hotel e guest house con i loro falsi sorrisi, arriviamo finalmente a Siem Reap.
In somma mai confine fu più arduo, gente davvero meschina e falsa, un luogo davvero ripugnante, ingannevole, anche se poco conta un confine, pessima impressione iniziale di questo Paese.
Andrea, Siem Reap
mi auguro che sia solo una prima impressione...io in Cambogia mi sono trovata benissimo! ah...a Siem Reap ho un amico, Davide che ha una guesthouse, la Babel, vallo a trovare è una bella persona!
RispondiEliminabeh, a dire il vero non è stata così solo la prima, ma tutto sommato è andata bene.
RispondiElimina"Andata" perchè sono già tornato in thai, il blog è un pò indietro ma appena posso lo aggiorno.
grazie delle info, ciaoooo
ci sei??? ti ho scritto anche una mail... ci riusciamo a vedere questo w-e? ora è sabato pomeriggio, h. 17.20, i maschi si stanno vedendo Argentina-Germania, io e Francy boccheggiamo davanti al ventilatore... si prospettano giorni molto caldi! I ragazzi partono lunedi. teniamo computer accedo e skype connesso, magari ci fai uno squillo. ci manchi... a me manca tanto il dirimpettaio. perche' le cose/persone si apprezzano quando non ci sono???? pat
RispondiEliminaciao brodo!
RispondiEliminaun salutone dalla ciurma de monterotondo!
buona strada GRINGO!
mauro :)
p.s.
ma su sky per trovarti e prenderti un pò per culo cosa bisogna fare??????
dacce un giorno e un orario brutto figlio del NULLA!!!!!!.....
;)
pat: ti ho mandato mail..scusa ma sono un pò disperso tra le beachs :-)
RispondiEliminaeh ti manco, le donne dicono sempre così poi...certo, potreste sempre fare un salto in asia..baci a tutti, mi spiace...;-D
mauro: un salutone a tutti, mi mancate un pò, specie la vigna, però non mi lamento...per skype basta che cerchi "ormediviaggio", ci sono solo io...un salutoneeeeeeeee
e scrivi una mail, ghey!!!!
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Immigrazione australiano