"Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.
I loro desideri hanno le forme delle nuvole."

Charles Baudelaire

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lunedì 18 gennaio 2010

La tela di Teresa...



Abbandonare Bodhgaya non è stato facile al di là della spiritualità.
Sono arrivato con largo anticipo dal passaggio dei primi treni alla stazione di Gaya con il fucking riscò, io e altre 10 persone!!!si 10, ho il video…e immediatamente ho riscontrato qualche problemino, il primo dei treni partito alle 9 da Delhi aveva 12 ore di ritardo e a cascata si può immaginare che catastrofe ferroviaria si è creata, alla fine mi sono inserito nell’office enquiry della stazione con il capo e i due impiegati che a raffica aggiornavano migliaia di persone che impazzite chiedevano quando il loro treno arrivasse, ore, ore e ore di panico, fortuna mi hanno fatto stare lì c’era una bolgia terrificante, indiani, turisti, monaci, un delirio…dico solo che sono riuscito a salire sul treno alle 0,30 con l’open ticket e una marea di persone che aggredivano le entrate, alla fine il t.t.e. mi ha trovato un letto alle 03.00, faceva freddo seduto sullo zaino tra le porte del vagone e i bagni…
Arrivo a Calcutta la mattina alle 10 e con estrema semplicità trovo zona e sistemazione, ma non grazie al mio sesto senso, anzi, la città è enorme una metropoli vera, la sera prima di lasciare Bodhgaya mi sono imbattuto nel sito di una ragazza italiana che da 6 anni viene qui alcuni mesi l’anno per fare volontariato nelle case di Madre Teresa.
Ha creato un pdf, una specie di guida dettagliata e ben fatta, altro che lonely, e in questo file racconta la sua esperienza, oltre a quella di altri, in cui da informazioni su Calcutta (alcune un pò esagerate a mio avviso ma...) e per chi abbia interesse nell'ambito del volontariato, molto utile.
Quindi una volta trovato il bus nella direzione prescelta in pochi minuti ero già in giro a contrattare per le g.h, e alla fine ho scelto la Modern g.h., che di modern ha solo il lucchetto che chiude il portone d’ingresso, ma va benissimo, un lusso, nonostante non ci siano acqua calda e prese elettriche (se le persone si lavano in strada sorridenti e tranquille lo posso fare anche io nella mia stamberga!).
All’ingresso becco il primo personaggio, Kim, giornalista tedesco sulla quarantina a cui dico immediatamente qual è la mia filosofia in merito, cioè quella di Cetto Laqualunque, lui sorridente mi dice che ho ragione, bravo, mi spiga che sta qui tre mesi l’anno in totale serenità (tradotto…Cetto ha sempre ragione!) mi dice siamo in india take it easy… tipo: stai serèno... comunque è molto dotto, simpatico e con una pronuncia inglese da lord, in piu' è una miniera di informazioni.
Poi mi parla di Terzani, che in Germania oltre che ad essere considerato un esempio di giornalismo fin da quando lavorava per Der Spiegel è anche divenuto nel tempo un sorta di guru, un esempio di professionalità e umanità, cacchio mo che ho cominciato a leggerlo, il caso eh? maledetta India...
(in Italia siamo draghi per far fuggire cervelli, i nostri politici studiano nelle più importanti università di minchiopoli per rendere possibile tutto questo, che odio!!!).
La mattina dopo vago per esplorare la zona ed entro in un caffè per colazione, è giovedì, niente gnocchi ma…mi sparo un vegetable sandwich di tre piani condito con olio d’oliva (dopo 75 giorni non ricordavo nemmeno il sapore dell’olio), un orange juice e un caffè espresso (tot. 1 euro), il primo del viaggio l’ho preso sotto consiglio del tedesco e infatti…


Mi siedo al tavolo con un tipo con gli occhiali che smanetta sul portatile e contemporaneamente sul pc del locale, credevo fosse il padrone invece è Giuseppe italiano di Milano, 36 anni ex responsabile del settore hardware e software di una multinazionale, che da due anni ha lasciato l’Italia perché stufo di quella vita e del continuo lamentarsi del popolo italiano per dedicarsi al volontariato proprio nella casa di Madre Teresa, deve rinnovare il visto e io gli racconto la mia avventura burocratica dandogli le info necessarie, da li cominciamo a parlare e man mano arrivano una serie di ragazzi e ragazze che lo salutano italiani, inglesi, francesi, spagnoli, argentini, brasiliani…è giovedì e i volontari hanno il giorno libero.
I due ragazzi italiani freschi del mestiere si fermano a chiedere info a Giuseppe su come raggiungere il lebbrosario (si, esistono ancora…), io non riesco a trattenermi e devo rompere un po’ le scatole, chiedo da quanto sono qui, cosa hanno visto dell’India e come mai sono arrivati proprio a Calcutta…ovviamente sono atterrati da pochi giorni qui per volontariato e non hanno mai girato il paese.
Allora mi permetto di fracassare un po’ di più e chiedo cosa pensano di Amistar, Delhi, Varanasi, e i pochi posti da me visitati in queste prime 4 settimane indiane, naturalmente non sanno nulla e chiedono a Giuseppe se ci sono altrove posti con situazioni “difficili”.
Giuseppe mi guarda e dice che altrove è così, anche se lui stesso dice di essere stato a Delhi una sola notte, in due anni…
E poi come mai da tutto il mondo vengono così tanti volontari proprio qui? troppi, alcune volte in esubero, risponde alla mia osservazione dicendo che da quando Madre Teresa è morta e Lapierre ha scritto la Città della gioia, tutti si catapultano qui ma non tutto l’anno purtroppo, da marzo a luglio, periodo infernale a Calcutta (giro in maglietta a gennaio, lo smog è eccessivo ma non oso immaginare col caldo umido cosa può diventare…) i ragazzi diminuiscono di molto e poi non tutti reggono, arrivano qui per uno, due, tre mesi ma dopo il primo giorno di "lavoro" decidono di lasciare e vacanzare per il paese.
A questo punto smetto di domandare e finisco la mia dose di rotture, per il momento mi basta; osservo tutti i ragazzi che ci salutano da tutte le parti del mondo e che sono qui per l’eco di Teresa e Lapierre, tutti in soccorso delle righe che leggono.
La situazione qui è molto difficile, indubbiamente, e chiunque faccia volontariato ha la mia stima più profonda però…da Roma a Napoli, da New York a Santiago del Cile, da Rio a Buenos Aires, da Bangkok a Darwin, per non parlare delle situazioni veramente drammatiche dei paesi dell'est Europa, Bangladesh, Myanmar, Mongolia e Africa...i poveri e i moribondi sono ovunque, basta fare un giro in qualunque ospedale, stazione, parco, periferia, ghetto, ecc., in ogni luogo del pianeta purtroppo c’è bisogno, non solo a Calcutta.
Non è per questo che Madre Teresa ha indicato la strada o Lapierre scrive libri, ma è per la consapevolezza che ovunque ci sia bisogno, qualcuno ci deve essere!
Non voglio assolutamente giudicare ma capire si, mi fermerò qualche altro giorno e magari darò quiete ai miei cinici pensieri, è il posto giusto.
Calcutta è bellissima l’atmosfera della città e la presenza di così tanti ragazzi da tutto il mondo mi stimola, già l’adoro, è diversa da tutte le città sin ora visitate e merita più del tempo inizialmente stabilito.

Nel frattempo, già il primo giorno, dopo essermi imbattuto in una manifestazione per la liberazione delle licenze di guida dei veicoli pesanti, dove mi hanno bloccato tentando di farmi aderire alla causa (ma non sono nemmeno indiano..), ed essere stato assediato dai ragazzi degli slum che sorridenti mi chiedevano di fare foto, ho capito che non posso attraversare il Myanmar, sono stato al consolato e anche se la gentilissima signora a tentato in tutti i modi di aiutarmi (non appena gli ho detto che ero italiano si è data da fare come una pazza, grandissima) non è possibile, è stata gentilissima cercando di parlare con i nazzimyanmaresi dietro l’ufficio, sentivo le urla dalla sala d’attesa, ho anche tentato di chiedere se potevo passare dalla Cina ma…hanno urlato ancora di più, niente non si può attraversare il confine via terra, se vuoi ci dai il piano degli aerei, i luoghi che visiti (che decidono loro) e ti diamo il visto…e cert a’rravat lu carnaval
Mi sa che dovrò tagliare per i monti, non male ma…quanto può far freddo a febbraio?




Non ci voglio pensare, tanto è sempre così, passo dopo passo ogni attimo, ogni soffio di vento è buono per cambiar rotta, amo questa cosa sempre di più, è quasi libertà...

Andrea, “La città della gioia”, Kolkata

10 commenti:

  1. Quasi un anno vissuto sedendomi tutti i giorni davanti a te; che passavi le ore oziando sul sito della Roma, assentadoti dalle nostre chiacchiere di donne, rispondendo a monosillabi e a volte, neanche rispondendo. E poi in quel anno neanche, ma forse una, mensa insieme. E ora lontano migliaia di anni luce ti trasformi in un essere pensante, profondo, intenso, puro, alla ricerca della Verità e di risposte a domande forse troppo grandi, in fuga dal piattume al quale ci siamo tutti abituati sin da bambini... Tu stai scoprendo il mondo, io ti leggo e sto scoprendo Andrea. 'sti uomini, beata che li capisce!
    Ringhios (ancora più ringhios)

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  2. grazie pat, ma Andrea e' sempre stato silente ed ECCESSIVAMENTE pensante, nonostante lo starnazzare quotidiano dell solite girls...e poi non e' vero, se non mi conoscessi molto piu' di quel che pensi non perderesti tempo a leggere i lunghi passi di un piccolo uomo...un abbraccio di cuore.
    Andrea

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  3. Saperti "pensatore".....................................................................................mi fa accapponare la pelle!!!!!
    ciao bellooooooooooooooooooo

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  4. Tra i miei spostamenti un po` lavoro qui e po` di la`!! gia` sai che mi tieni compagnia la sera... (detto cosí puo` essere frainteso lo so!) ti conosco poco, solo qualche pausa mensa insieme... un saluto veloce... ma ora sono contenta di incontrare finalmente Andrea!!

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  5. l`anonimo delle 09.51 sono io!! Roberta!!

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  6. dino: penzatorre please!!! te la farei accapponare io la pelle piccolo violaceo amico in fondo alla classifica...piuttosto renditi utile, mandami nerina e giovanni per un week end, ting fam...:-D
    un abbraccio e saluta tutti...

    roby: grazie, ma son sempre quel caprone petulante che conoscevi a mensa...solo che ora ho un "mensa" piu' grande...
    baci ;-D

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  7. Grazie a te!! sono contenta di aver conosciuto questo caprone petulante!!!....
    Baciiiii....
    Roberta

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  8. se se...in fondo alla classifica sta ceppa....le pecore si contano alla fine!!!
    anche a milioni di km di distanza sei un bastaaardoooooooooo!!!!!!!!!!
    brutto figliodelblues...
    byebye

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  9. A questo punto devo intervenire Brodo,
    e svelare una buona volta i motivi del tuo fantaviaggio.
    Cari lettori purtroppo sono anni che il Brodo ha perso il suo proverbiale fascino, soprattutto nell'ultimo periodo gli insuccessi si sono fatti clamorosi....e dunque....il colpo di genio.
    Il viaggio mistico introspettivo ai confini del mondo, sicuro strumento coercitivo verso le caste menti femminee.
    C'è da aggiungere anche che una volta arrivato a Bari ha soggiornato una decina di giorni ad Alberobello per poi risalire a Ponzano di Civitella del Tronto e lì stanziarsi (fino ad oggi) presso la Casa dei Missionari di Civitella (non si sa bene a quale prezzo).
    I suoi racconti sono stati preparati con cura (anche ortografica) nei 2 precedenti anni e le foto vengono reperite maldestramente su google immagini, qualche ritocco con Photoshop e il gioco è fatto....il Brodo percorre il mondo.

    Brodo diciamo che il tuo viaggio nel mondo è paragonabile a quello dell'uomo sulla luna.

    Bene ora che lo sputtanamento è compiuto rassegnati a un altro decennio di magra.

    Sempre tuo Stefano

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  10. ecco, dovevi rovinare tutto, ora mi tocchera' pulire lu piazzal de sant'marie co lu spazzulì...troppa fantasia ci vuole per descrivere il tutto e io sono troppo vecchio...sei un genio sctef... un abbraccio grande ciccio
    OBBODO!
    :-D

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