"Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.
I loro desideri hanno le forme delle nuvole."

Charles Baudelaire

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sabato 20 febbraio 2010

Ai piedi del lago


Grazie allo zelante lavoro dei miei assoluti pomeriggi kathmanduesi sono riuscito a prenotare un posto sul bus per Pokhara, a dire il vero me lo ha prenotato Saroj, è la sua città, ma per vivere si è dovuto trasferire a Kat nell’ipocrita thamel,  ai margini per l’esattezza, ha una piccola attività di bevande.
Ragazzo preciso, senza vizi, con in testa chiari progetti per l’immediato futuro, ma ahimè amareggiato nei confronti del governo nell’attuale presente, per via della povertà che la maggior parte dei nepalesi è costretta a vivere mentre loro ingrassano beati…tutto il mo mondo è paese, anzi, i porci di tutti i paesi ingrassano alle spalle dei più!!!
A dire il vero ho tentato di dirgli che io viaggio solitamente sui mezzi pubblici e che sono economicamente “magro”, ma lui ha chiamato e ha prenotato il bus turistico (chiamiamolo così, unica differenza no posti in piedi e divieto di tetto), quello che prende lui le due volte l’anno che torna a casa e alla stessa tariffa, nepalese,  grande.
Alle 7 siamo partiti per la traversata Kathmandu-Pokhara, 200 km, 8 ore di viaggio.
All’interno nepalesi e alcuni stranieri tra cui Gonzalo, Ignazio e la comitiva argentina con cui ho fatto volontariato a Calcutta, sempre più piccolo il mondo…mah.
Sono bastati pochi minuti per capire come mai ci vogliono 8 ore per coprire i 200 km, la strada è stretta, un continuo  sali scendi, curve, camion e bus, tra colline, montagne, attraverso gole e panorami mozzafiato, quasi come quando si incrociano due mezzi nello stesso angolo, curva, sopravvissuti…
Il percorso è davvero splendido, sulla destra come sfondo la catena Himalayana, imponente, bianca, suggestiva, commovente…
A parte i bus e le auto sfracellate ai bordi della strada il tutto andava benissimo fino a quando…
Stop, tutti fermi, una coda interminabile di mezzi da una parte e dall'altra, persone spaesate in strada e tutto immobile.
Siamo usciti per indagare e dopo un km abbondante ci siamo imbattuti in un blocco stradale con ciocchi di legno e pietre confezionato da una decina di ragazzi in protesta.
Centinaia di mezzi e migliaia di persone, per due ore fermi in un piccolo paesino di passaggio fino all’arrivo dei persuasivi militari.
Io nel frattempo mi sono intrattenuto in chiacchiere con quattro simpaticoni indiani di Calcutta che mi hanno stressato per tutte e due le ore, curiosi e divertenti fino alla crisi interiore…non è semplice spiegare ad alcune culture perché uno a 35 anni decide di prendersi un po’ della propria vita e per di più senza moglie, figli e lavoro…a 35 anni????…eh.
Però parlando ci si incontra sempre anche quando le idee, le filosofie, le ragioni sono più lontane della distanza geografica tutta, ci si ritrova a capire l’altro e ad essere capiti, sostenuti, incitati a percorrere fino in fondo quello che tutti da qualunque angolo proveniamo abbiamo dentro…un sogno!
Gli ultimi 40 km li ho passati ad implorare il piccolo maoista aiuto bigliettaio del bus di farmi viaggiare sul tetto per godere a pieno dell’indescrivibile bellezza di questi luoghi, ma inutile non si può, al ritorno prendo il pubblico.
Il paesaggio è meraviglioso si attraversano piccoli villaggi, micro cittadine ed una rigogliosa vastità di natura, sembra un giardino subtropicale, ci sono cactus, banani, bambù grandi come querce, campi di riso e una vastità di piante e fiori che no so descrivere è bellissimo e lo spettacolo continuo in lontananza è struggente, emozionante...e io odio il puffo per il divieto di roof!!!
Arrivati alla stazione dei bus sono riuscito ad eludere i taxinari dicendogli che facevo parte di un gruppo organizzato e con la mappa disegnata da Saroj mi sono diretto verso il lakeside a piedi.
Sulla strada, un paio di km, ho incontrato alcuni procacciatori di guest, nell’ordine: uno spagnolo che appena gli ho detto italiano tenta di convincermi dicendo io c’ho il fumo buono, possibile che siamo considerati così bassi??? X; una ex guida nepalese ormai albergatore che conosceva il tipo spagnolo e mi diceva che non è giusto che i stranieri lavorino qui (meno d’accordo ma…), noi siamo nepalesi vieni da noi, gentile ma X; un altro ragazzo simpatico ma che lavora in un ristorante koreano, nulla;  un procacciatore di guest for volunteer (aho!?!?!), si qui è pieno di progetti per bimbi orfani, poveri e lo sviluppo del lavoro artigianale femminile.
A dire il vero mi sono fatto coinvolgere inizialmente dal tipo dei bimbi che mi ha spiegato un po’ la questione.
Loro hanno una casa, si occupano dei bimbi che hanno centri in giro per le colline, invece che andare in albergo puoi dormire da loro in una stanza e quando vuoi trascorri il tempo con i bimbi, giocandoci ect,…però non mi ha dato molta fiducia quindi ho preso tempo per riflettere, sono arrivato da mezz’ora…
Li vicino ho incontrato il gestore della mia futura dimora a cui prima ho chiesto info riguardo la questione dei bimbi e mi ha un po’ illuminato in merito.
Tutto giusto e ok però per stare da loro in pratica devi fare le attività descritte e alla fine della permanenza ti chiedono una “donazione” che prevede l’alloggio, l’eventuale vitto e le attività con i bimbi…non è che gli importa quello che puoi dare ai ragazzi quanto ciò che puoi “dare”.
Per carità giusto ma un po’ diverso dalla mia idea di volontariato, quindi ho deciso di alloggiare nel mio piccolo e grazioso hotel gestito da una simpatica famiglia nepalese, lui ex guida turistica finalmente si è aperto questo grazioso hotel da due mesi, bellino davvero e vale il “biglietto” solo per la vista quotidiana dello splendido Machapuchre e i vari ”Annapurni”.
Sono in una splendida camera singola con bagno, nuova e pulitissima (ci sono anche gli asciugamani, niente pelle di daino per un po’…), certo ho rinunciato alla vista lago ma per 300 rp svegliarsi il mattino e fare colazione davanti a questa scultura divina è….eh.
Il lago dista 100 metri ed è bellissimo anch’esso, devo dire che tutta la valle di Pokhara è splendida, unico neo, per me ovviamente vista la quantità di turisti che ci sguazzano felici, è il viale principale il lungo lago, centro western adibito al pascolo dello straniero,  tutto è shopping, north fake, trek qui, li, su, sotto, money change, internet point, ristoranti, real pizza, real caffè, real fegato d’anatra bulimica alla cottolenga e tutti i real del pianeta…mi sento in un reality.
La solita catastrofe "umanologica" creata dal turismo in più per la prima volta da quando sono partito c’è anche un cartello che delimita la zona…terribile.
Ma nonostante tutto la cittadina è gradevole, tranquilla e romantica, poetica per certi versi, tutto intorno colline e montagne, verde quiete e belle persone, adoro i nepalesi, deliziosa.
Come da copione di viaggio io mi sparo diversi km al giorno per andare nella Pokhara fuori dal lago, faticoso devo dire ma mangiare real buonissimo nepalese da 25 a 50 rupie a pasto tra locali, curiosità, cordialità e risate ripaga alla grande le distanze.
Girare i vari luoghi è piuttosto impegnativo ci sono parecchi km da fare, certo se non hai uno sherpa che ti porta il marsupio o la guida per fare 100 metri, incredibile vedere ragazzi anche più giovani di me “vivere” i luoghi in questo modo, assurdo!
Ad esempio per raggiungere la World Peace Pagoda nella collina di fronte ci sono diverse “strade”, la più breve consiste nell’attraversare la foresta 1 km circa di sentiero salendo dalla parte del lago, ma ovviamente io mi sono perso aggirando il lago e tutta la collina fino al villaggio tibetano di Tashi Ling, uno dei due a Pokhara.
Bello e curato anche se…
In se e negli sguardi della persone c’è qualcosa di malinconico, senza bisogno di parlare si percepisce facilmente, chiaramente attraverso i loro visi, le profonde rughe, i loro densi occhi.
Malinconici, stanchi e rassegnati pur nella normalità della vita che conducono.
Esiliati!!!
Ingiusto, ma chi ha mai fatto qualcosa?
Nessuno, tutti i “potenti” sanno solo posare con “Il” in ogni angolo del mondo, più di mezzo secolo di ipocrisie.
Un simpatico signore mi ha anche fermato per scambiare due battute, poche semplici parole, ma non so perché mi hanno fatto riflettere ed emozionare in maniera molto profonda, non riguardo alla situazione, ma solo sull'essere umani…ha “toccato” la mia giornata.
Per raggiungere la peace pagoda mi sono inerpicato in una strada sterrata dietro indicazione di alcuni bambostri del luogo, attraversando casette solitarie e famiglie molto semplici.
Arrivato in cima dopo un iniziale svenimento mi sono ripreso grazie alla splendida vista che si ha della città e del lago con alle spalle quell’immenso lavoro che solo la natura sa creare.
Straordinario.
Ormai passo le giornate ad osservare il tutto con estremo stupore, sempre con gli occhi aperti, spesso in quella direzione, spesso in molte altre direzioni, tante rassicuranti direzioni…

Andrea Pokhara

p.s.: sento Fossati da un mese, devo preoccuparmi?

4 commenti:

  1. Prova con gianmaria testa e il nostro vecchio e caro tom......
    Ti immagino passo dopo passo nel solitario rumoroso suono dell'essere presente, del calpestare accorto tanta meraviglia, per i tuoi occhi che si fermano ad ogni sussulto davanti ad uno scuarcio di veduta che ti porterai dentro....
    Un bacio da me e Mark.

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  2. ciccio, è difficile da "scrivere", è la reale presenza di te, nei luoghi, tra la gente, tra le percezioni, tra i sorrisi sinceri...tra i tuoi sogni.
    è grande come tutto l'himalaya...un abbraccio.

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  3. Mi piace viaggiare con te!! ... anche solo nel mio pensiero...
    Ti abbraccio forte!! ho detto forte!!..
    Roberta
    P.s. in RAI la solita vita...

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  4. grazie roby, ma non così forte, ormai sono gracilino... :-D
    baci

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