"Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.
I loro desideri hanno le forme delle nuvole."

Charles Baudelaire

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sabato 27 febbraio 2010

La terra dei giganti

Osservo i picchi attraverso gli occhi di un bimbo, come camini ogni tanto qualche “sbuffo”.
Il vento soffia sulle vette formando piccole nuvole che poco a poco ricoprono il tutto, una immensa soffice nuvola bianca li avvolge durante il giorno disegnando tutte quelle immagini che la fantasia riesce a trasformare in stupore.
Muovendosi li restituisce per pochi istanti per poi stringerli a se ancora una volta, e così via...
Mentre il sole scende lento per il meritato riposo quotidiano li restituisce limpidi, nitidi, illuminati solo da quei caldi e tenui colori che solo il tramonto sa donare.
Eccoli lì di nuovo, maestosi, placidi, meravigliosi,  altro dipinto perfetto di quella instancabile artista che è madre natura.
Sul lago, sempre immobile e onnipresente nella vita dei più, si specchia il tutto, compresi quei birbanti che con i loro marchingegni, atti a soddisfare ogni desiderio dei propri simili, si lanciano dalla collina di fronte, Sarangkot,  appaiono nel cielo come tanti piccoli strani uccelli colorati, fortuna che a far capire chi sono i padroni di quello spazio ci sono loro, le regine dei cieli, le aquile, che li seguono e gli volano accanto,  per assicurarsi che quei strani volatili non cadano forse o spinti da qualche incomprensibile curiosità …
Beh, ad ogni modo tutto è un delizioso ornamento che come sfondo a sempre loro, unici e incontrastati, i giganti.
Nei primi 3 giorni il tutto ha letteralmente rapito il mio tempo.
Ripreso, mi sono informato sulla possibilità di fare trekking per apprezzare maggiormente questi luoghi e le persone.
Il tutto è abbastanza fuori dalla mia portata, anche per via di quel minimo di ”attrezzatura” che comunque devi avere, vero è che a Pokhara la primavera mi ha sorpreso, il giorno maglietta la sera felpetta, ma dai 2000 mt in su non è esattamente così magnanima, poi il permesso per camminare, si, si paga anche questo, una eventuale guida (anche se la fantastica famiglia del mio hotellino mi avrebbe dato talmente tante info che potevo farlo a occhi chiusi) e per finire, informandomi bene da diverse persone, il tutto ha preso anche li su una piega vagamente turisticoide, aimè trovi la pizza economica ma il dal bat nepalese alle stelle…(riso, lenticchia e verdurine) mah...alla fine anche per un altro piccolo motivo che mi porto da un mese, ho deciso di non farlo.
Mi è costata non poco questa decisione ma sono felice comunque.
Ad ogni modo mi sono concesso una due giorni di moto, a dire il vero ho scelto il paese sbagliato viste le condizioni a dir poco criminali delle strade nepalesi, si rischia di la vita seriamente, è pericoloso non solo per come guidano e per giunta a sinistra, ma per le buche meteoritiche, l’asfalto da trekking, la terra e la polvere a coprire le strade, animali, bambini, yeti…infernale.
Erano anni che non lo facevo, un’altra delle cose che ho sempre amato ma che per i motivi più diversi non vissuto per troppo tempo.

Nelle mie gite tra moto e bici purtroppo il tempo non è stato dalla mia parte, non per il freddo quasi inesistente, ma per la foschia che per i restanti 5 giorni ha coperto sempre le vette, alla fine è stato meglio non fare trekking…però il girovagare tra la città vecchia e i villaggi della vallata ha ripagato la mia voglia di scoperta, certo, nella bat cave a momenti rimanevo incastrato tra le risa dei micro nepalesi e le rocce ma alla fine sono riuscito a strisciare fuori, ho temuto davvero il peggio, santi kg persi…J.
Sazio di panorami senza eguali ho deciso per la prima volta di andare a visitare un parco nazionale, in India ne ho sfiorati parecchi, ma un po’ per i prezzi, un po’ per l’assedio turistico, ho sempre desistito.
Ma qui a due passi c’è il Royal Chitwan National Park, il meglio del wildlife,  nonostante queste cose irritano il mio sesto senso, ho deciso di andarci.
Il padrone dell’hotel mi ha prenotato il bus, ovviamente prezzo nepaly, ormai ce l’ho scritto in fronte…alle 7 si parte, bus turistico anche stavolta ma più rustico…
dopo pochi km conosco due coppie di francesi in vacanza per sei mesi, Jeff  & Julie e Thibaut & Charlotte, tutti lavoranti in quel di Paris hanno deciso di prendersi alcuni mesi per viaggiare; provenienti dai 4 punti cardinali della Francia si sono incontrati in India e da li  hanno deciso di continuare il viaggio insieme, davvero simpatici e carini.
Il viaggio è filato liscio e stavolta trascorso meritatamente sul tetto del bus fino a Saurah, folle, 5 ore di viaggio tra gli zaini e il “portapacchi”, bellissimo, ma non per alcune parti del mio corpo.
Siamo arrivati in una nuvola di polvere sulla riva della cittadina, davanti il National Park.
Tutto ovviamente è bungalow e resort, ma grazie alle indicazioni della famiglia pokharese ho trovato dimora in un bellissimo posto, l’unico con prezzo popolare, svolta.
Col quartetto francese ci siamo inaspettatamente trovati grazie anche alla reciproca passione culinaria, specialmente per la loro devozione riguardo quella italica, anche troppo a dire il vero mangiano quasi sempre italiano ovunque e davanti a me che non faccio altro che rompere le scatole ogni qual volta portano pizza con tonno o carbonara in crema di formaggio di yak, ma ormai sopportano tutte le mie facce contrariate!!!
Insieme abbiamo deciso di fare l’esperienza into the wild nel parco, 10 ore e 25 km di walking dentro la foresta ai confini della sopportazione umana, massacrante, ma soprattutto deludente, abbiamo visto si alcuni animali in assoluta cattività e la straordinaria biodiversità del parco (nulla da dire, bello), ma non tigri e rinoceronti, fiore all'occhiello del luogo.

Alla fine della giornata, un po’ delusi oltre che provati, abbiamo deciso di berci una birretta al tramonto sulla riva, nel loro resort in mezzo alla natura…ad un certo punto siamo stati avvolti da una piacevole fragranza, essendo primavera ed in mezzo ad una rigogliosa vastità di piante è semplice rimanere avvolti dai mille profumi ma…uno era particolarmente intenso oltre che gradevole, ci siamo incuriositi e…poco dopo resi conto che eravamo sommersi da piante di marijuana, che qui in Nepal cresce libera e felice come l'erba medica.
Finalmente ho capito da dove proviene questa sèreeeénità e cordialità tipica degli abitanti del luogo, hai capito sti nepalesi…J
L’indomani ho deciso di ripartire per Kathmandu, troppo fiction questo posto per me, ma proprio il giorno dopo, sul bus, il primo vero incontro con la natura selvaggia…la zecca.
Il simpatico artropode beato si sparava una pera nel mio braccio destro, lui, fortuna che Thibaut il giorno prima dopo l’ammazzata forestale aveva raccontato proprio di una sua esperienza con i “simpaticoni”  durante una gita in un parco, altrimenti mi sarei fatto prendere dal panico, ma alla fine una volta arrivato in albergo mi sono chiuso in camera e armato di pinzette, ago e disinfettante (giornata amara va), ne ho “rilevate” altre tre dalla mia accogliente ventrazza, intenditrici… 
Non mi resta che aspettare qualche settimana con la speranza che gli unici Lyme che incontrerò siano quelli delle caipirinhe con l’ombrellino in Thailandia, SPERO!!!

p.s.: purtroppo dopo più di 4 mila scatti e "qualche" km , la mia compagana di impressioni ha deciso di separarsi da me, inizialmente qualche capriccio poi ha accolto in se parte delle polveri di viaggio, che a me sono apparse sin'ora come di stelle, ma lei, attraverso il suo occhio non le vede così, cioè le vede e le imprime....sugh!
Dovrà aspettare ancora un po’ prima di lascirami, cioè, ci conto L.

Andrea, Saurah - Kathmandu

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