"Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.
I loro desideri hanno le forme delle nuvole."

Charles Baudelaire

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mercoledì 5 ottobre 2011

Di tutto un pò

...novembre/dicembre 2010
In questo periodo durante la settimana ci occupiamo spesso della casa, come detto Daniela la sta vendendo e a Dicembre c’è l‘asta.
Due giorni a settimana la casa è aperta al pubblico per le ispezioni, si prende un appuntamento con l’agente ed il sabato e la domenica si visita, quando noi non ci siamo, quindi per venerdì sera la casa deve essere tirata a lustro ed il prato tagliato.
Erano 10 anni anni che in Australia non pioveva, l’estate la temperatura arrivava a più di 45°, l’erba era secca, il consumo d’acqua fortemente contenuto, pochi litri al giorno a testa, non si poteva innaffiare o lavare la macchina, bbq vietati, la situazione era grave a tal punto che il governo decise di costruire dei desalinatori per poter utilizzare l’acqua del mare, una spesa astronomica fortemente criticata che non è mai servita.
Fu nel 2009 che ci fu quell'incendio che spazzo via parte dello Stato di Victoria, 4.500 km² distrutti e quasi 200 persone morte, per non parlare dei danni ambientali ed animali.
Migliaia di persone hanno perso tutto ciò che possedevano, compresi Miky e Megan, Sally e Rioso e Vicky.
In quell'incendio ci capitarono in mezzo, a Kinglake, mentre le fiamme arrivavano come asteroidi infuocati, loro fuggivano di casa in casa, da vicino a vicino, spaccando le finestre e sperando che il vento girasse mentre tutto intorno ardeva, fortunatamente alla quarta casa fu così.
Riuscirono a raggiungere il posto di raduno della città passando tra corpi carbonizzati e macchine in fiamme, l’inferno.
Alcuni si salvarono nei modi più assurdi, rimanendo in un ruscello o dividendo la tana di wombat, fu una tragedia che il paese ancora porta nel quotidiano. I sopravvissuti persero tutto ma il governo fece in modo di aiutarli concretamente dando un anno di affitto gratis a tutti e il successivo a metà prezzo, e per chi possedeva una casa gli venne ricostruita entro due anni (anche grazie alle assicurazioni).
La popolazione non fu certo da meno, anzi, in ogni città si crearono enormi centri di raccolta dove tutto ciò che era stato perso si poteva riavere gratuitamente, grazie alle ingenti donazioni della gente comune da tutto il paese, dalle forniture d’arredo ai vestiti, dall’elettronica alle automobili, al cibo… fu una cosa straordinaria tutti riebbero almeno le cose materiali perse, anche di più.
Nel giro di due anni tutto appare normale (un po’ come a L’Aquila no??), tranne gli occhi di chi racconta quei momenti.
Fortunatamente ora non è più così, piove abbondantemente qui in Victoria nonostante sia estate, i dam sono pieni, l’acqua si può utilizzare senza limiti e l’erba cresce felice…ed io la devo tagliare una volta a settimana, quasi un acro con quel maledetto arnese, lawnmower!!!
Quindi mentre Daniela si occupa delle pulizie io mi occupo di sistemare la casa ed il giardino, questo è davvero faticoso L.
Oltre a questo ci stiamo preparando anche per l’FRL, il festival di tre giorni che si tiene a Bilyana, un anfiteatro naturale vicino Eldorado, north Victoria, oltre che aiutare Daniela con il mercato avrò anche la possibilità di lavorare nel Chai Tent, non si arriva mai a fine mese J.
I giorni passano intensamente ma per una cosa riusciamo sempre a trovare il tempo, cucinare (Lino dimagrisce e io ingrasso J).
Da troppo non cucinavo qualcosa, tranne i maledetti noodles istantanei, quindi finalmente posso dare sfogo ai miei desideri (anche se Daniela da buona italiana ci tiene alla sua cucina), praticamente non si mangia mai fuori, questa casa ha bisogno di regole, ed il cane non mangia più scatolette, gli cucino io!!!! (sono appena arrivato in un paese occidentale e già non mi sopporto più).
Solitamente facciamo la spesa vegetale a St. Andrews  il sabato ma durante la settimana anche ai shops vicino casa, a MacAdam square, cercando per quanto possibile di evitare Coles o Woolworths che praticamente hanno il monopolio del cibo “multinazionale”…tutto il mondo occidentale è uguale; la mattina io e il fido manzoLino ci dirigiamo verso i shops ovviamente lui sosta un minuto dalla sua fidanzata ma con poche speranze visto che in questo paese tutti gli animali domestici (non essendo australiani) devono essere registrati e “impossibilitati alla riproduzione”, sempre che non si abbia un permesso, poi dedica un pensierino nello splendido prato tagliato del vicino (mentre io lo chiamo da dietro un albero cercando di non essere “sparato”) e poi si arriva in piazza, lui va dritto dal butcher  (si pronuncia buccia, la prima volta che ho sentito questa frase io vado dal buccia, pensavo fosse un amico di Daniela, tipo il patata, il zucchina, il buccia…invece è il macellaio, ha riso per mesi, ignoranza senza confini J), mentre io prendo le cose nel negozio biologico quando esco lui ha già in bocca un osso di dimensioni abnormi, credo di dinosauro, che a stento tiene tra le fauci, non posso nemmeno entrare a prendere la carne che già vuole tornare a casa, è proprio un ciccione, per questo ci capiamo J.
I macellai sono uno spasso e adorano Lino rimpizzandolo di ossa quotidianamente, come sempre capisco la metà di quel che dicono quindi ci facciamo sempre un sacco di risate, ovviamente loro parlano sempre di cose un po’ spinte (inutile tutti uguali in tutto il mondo), però la carne è inimmaginabile, questo in tutto il paese, mai mangiato in vita carne più buona e decisamente a buon prezzo come quella australiana, anche se non la mangiamo molto spesso visto che quasi tutti gli amici sono vegetariesi e durante la settimana c’è sempre qualche gradito ospite, a pranzo o a cena.
Tutti passano durante la settimana specie quelli  che hanno un lavoro “normale” tipo Tommy l’irlandese che manovra scavatrici, o Vicky la greca insegnante di inglese nella più importante grammar school della città, o Sharni con la piccola Malika, quest’ultime vengono spesso da Daniela, è come una sorella maggiore per lei e si confidano molto visto che Daniela ha una certa esperienza con i bambini, è anche insegnante per extra lessons nella scuola Steiner Sophia Mundi di Melbounre, quindi, essendo Sharni mamma single di 23 anni trova in lei un’affidabile e competente confidente.
Prima di partire per Frl grazie alla gentile concessione meteo ci siamo organizzati per un camping in un luogo davvero splendido, il Wilsons Promontory National Park,  il parco nazionale più a sud dello Stato proprio di fronte alla Tasmania.
Sulla strada per la penisola gruppi di canguri ed emù ovunque, una natura incontaminata e lussureggiante, intorno il mare…
L’entrata costa circa 20$ se non erro, poi ci si trova immersi nel wild, solo piazzole di terra tra gli alberi sparse in diverse zone, la struttura con bagni e docce sulla collina, 4 tende che si possono affittare per gruppi senza attrezzature e poi nulla, solo natura, un paradiso.
Ci sono moltissimi walks da fare tutto intorno alla penisola, alcuni durano giorni e bisogno essere attrezzati, maggiormente sono le comitive scolastiche in vacanza ad effettuarli con i loro maestri/e, tra cui Vicky J.
Nessuno si aspettava di vederla con la sua classe in camping, Vicky!!!!
Siamo rimasti a bocca aperta, non è tipo…
Noi ovviamente ci siamo piazzati con i van tutto intorno all’area ed in mezzo abbiamo montato lo stall come spappolatoio, per il resto assoluto relax tra mare e natura, durante il giorno anche se l'acqua era gelida era impossibile resistere; durante la sera ci si ritrova tutti insieme per cantare, suonare chitarre e percussioni, in mio onore anche la fiera dell’est di Branduardi eseguita magistralmente da Miky, lui è belga e solo da 10 anni si è trasferito in Australia dopo una vita di viaggi e questa canzone gli ricorda quando era ragazzino e l’ascoltava per radio…anche per me tanti ricordi.
Questo è un luogo davvero unico, durante il giorno siamo circondati da parrots multicolore e uccelli di ogni genere, durante il tramonto fanno capolino i splendidi wombats, sono adorabili, dopo lo yak sono di nuovo in love per un animale, è troppo bello…
Non sono mai stato tipo da camping ma qui in Australia è una cosa comunissima e da quando sono arrivato non facciamo altro, se poi hai la fortuna di avere un comodissimo van accessoriato, anche se in maniera spartana, di tutto il necessario beh, non hai davvero bisogno d’altro, unico.
Purtroppo l’idillo dura solo 2 giorni, due giorni inimmaginabili, belli, il terzo comincia a piovere (comincio a pensare di essere io) e decidiamo di tornare tutti a casa L.
Nemmeno una settimana e siamo di nuovo on the road, destinazione Eldorado.
Lungo la strada non faccio altro che notare la quantità di cartelli che popolano le strade australiesi, oltre  all’abbondanza di quelli stradali, addirittura che indicano la velocità con cui bisogna fare le curve (tutte le curve del paese), ci sono quelli che avvertono di stare attenti a questo animale o a quest’altro o a tutti insieme,  ma quelli che mi saltano maggiormente all’occhio sono quelli un po’ terrificanti, del tipo “se corri muori” con una bara disegnata, “non bere alla guida stupido!” con immagini parecchio forti, “attento al motociclista se non lo vedi lo uccidi” con un incidente mortale nell’immagine, “droga, alcool, velocità e fatica ti uccidono” con esposta la macchina demolita nell’ultimo incidente, “vai piano stupido!” con una giovane ragazza morta, ect..…ci credo che tutti rispettano i limiti, mi fa paura anche prendere la macchina a me…ma il motivo è un po’ più serio, questa è la politica adottata dal governo ormai da anni per fronteggiare i molti incidenti stradali causati specialmente da alcool e droghe che affliggevano questo paese dall’animo anglosassone.
Anche se campagna piuttosto cruenta è riuscita a diminuire drasticamente il numero di incidenti, grazie anche ai ferrei controlli e alle salatissime sanzioni, insomma se bevi o ti droghi dormi in macchina e vivi, grazie.
Finalmente arriviamo, il primo festival senza timore di pioggia.
Il luogo nemmeno a dirlo è bellissimo, vicino ad un fiume in mezzo al nulla, l’organizzazione già è operativissima, tre aree per la musica già montati in tre differenti zone, gli stand del cibo e il bar già operativi, così come il chai tent (è praticamente il luogo più frequentato nei festival australiani, più del bar), i bagni dei “poop brothers” quasi finiti (tradotto fratelli mer…così si chiamano gli inventori ed installatori di questi particolari bagni “biologici” che montano in tutto il mondo!), insomma manchiamo solo noi del market.
Una volta decisi i posti e montati gli stall mi dirigo da Twed, la padrona del chai tent, per discutere del lavoro e accordarmi sui miei turni, si lavora in parecchi li.
In serata arrivano tutti i nostri amici e sin dalla prima sera trascorriamo il tempo con loro e conoscendo tutti gli altri, poi nanna.
Il festival prende subito vita, si alternano più di 70 artisti e ci sono circa 2000 persone ma niente caos, niente disordini, solo divertimento allo stato puro, tanti bambini che cominciano ad animare gli spazi e sorrisi, tanti sorrisi.
Noi cominciamo anche a lavorare ma non è uno di quei posti dove la gente viene per acquistare, specie vestiti anzi, qualcuno nemmeno li porta,  come molti festival è più un luogo di aggregazione e condivisione assolutamente pacifico e tranquillo.
Inizia anche la mia avventura lavorativa ma dalle prime ore capisco che non sarà facile, il caffè in Australia ha poche sfumature e parecchi nomi: caffe latte, flat withe, cappuccino, moccaccino, baby chino, double shoot, normal black, double black, macciato (non è un errore), con cow milk, soy milk, ect…non che non conosca la materia, anzi, dopo 5 anni di scuola alberghiera e 15 di lavoro tra bar, alberghi e ristoranti qualcosa avrò imparato, il problema sta semplicemente nella creazione dl prodotto.
Innanzitutto non ci possono essere tre persone che lavorano simultaneamente alla macchina del caffè per farne uno, nonostante ci siano 50 persone in fila, poi non si può riempire il braccetto di caffè fino a farlo straripare per poi pressarlo fino all’esplosione della macchina stessa con derivante bruciatura del prezioso liquido nero, oppure munirmi di un termometro da immergere nel latte per “l’esatta temperatura”, per ogni caffè??? Non ci siamo.
Per che cosa poi?? Tutti in questo paese bevono il caffè con latte schiumato in un bicchiere da mezzo litro, che si chiami come ti pare sono esattamente tutti fatti nello stesso modo (tranne l’espresso che è senza latte e poco meno di mezzo litro), cioè un cappuccino, l’unica differenza sostanziale sta nello spolverare con il cacao oppure no, punto.
Ah, santo tempo perso…l’unico momento di soddisfazione è durante il turno serale quando ci siamo solo io alla macchina del caffè, al chai e ai tè, ed il socio di Tweet che prende gli ordini, easy J.
Ho provato a prendere anche gli ordini ma molto spesso non riesco a capire o scrivere i nomi, ma il problema si è risolto attribuendo ai simpatici clienti nomi personalizzati; 3 caffe latte for batmaaaan, 2 cappuccino for bob dylaaaan, giggiiii were is giggiiii, your black coffeeeee.…e così via…J.
Durante il giorno fa caldo e fortunatamente il fiume è proprio dietro di noi, in molti passano il pomeriggio al fresco facendo le attività più disparate, dalla musica, allo yoga (onnipresente), al chanting, oppure semplicemente all’ombra vicino la riva o a fare il bagno, chi nudo chi meno, uomini donne o bambini, non c’è la minima vergogna da parte di nessuno, senza il minimo esibizionismo o erotismo, assolutamente, in tutti c’è un senso molto umano riguardo alla nudità, una sorta di rispetto e indifferenza, più vicino alla normalità e mai alla volgarità.
Ad essere sincero non ci sono abituato e devo dire che mi lascia piacevolmente indifferente nei confronti degli altri, ma aiuta me stesso ad essere più in armonia con il mio corpo, non lo avrei mai creduto…
Verso sera, con il fresco tutta l’area si popola, la musica comincia a suonare sempre di più e il piazzale comincia a colorarsi di ragazzi che ballano e bambini che si divertono con i devil sticks, i poi (come quelli del fire twirling), gli hula hop che qualcuno mette a disposizione per tutti, e ancora maschere e trampolieri...è fantastico.
Poi la sera tutti scatenati sotto il palco centrale a ballare e cantare, anche noi una volta chiuso, tutti insieme ci ritroviamo a godere delle serate...wow, mai visto tanto sano e semplice divertimento.
 Questo primo festival senza fango finisce e mi dispiace, l’atmosfera è stata piena di energia positiva e tante cose vissute, ma dobbiamo tornare a casa, Daniela deve partire per una settimana destinazione Thailand, serve stock per il prossimo appuntamento,  confest,  il prossimo Natale, ed io...in teoria dovrei lasciare il paese perché il visto scade tra una settimana ma abbiamo deciso di provare ad estenderlo senza dover uscire e poi rientrare, non posso lasciarla sola con tutto questo lavoro…no??? J
Speriamo bene…

Andrea, Melbourne, Australia

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