"Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.
I loro desideri hanno le forme delle nuvole."

Charles Baudelaire

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venerdì 7 ottobre 2011

Piccolo è bello

....gennaio/febbraio 2011
Tornati a casa dopo confest abbiamo passato due giorni a denuclearizzare la macchina i vestiti e le attrezzature, polvere, ragni ed insetti vari si erano impossessati di tutto, anche perché il lavoro continua e fortunatamente il tempo è buono, ma non in tutto il paese; in New South Walles è tutto allagato, tremendi temporali hanno piegato lo Stato ed è stato dichiarato lo stato di emergenza, la città di Brisbane è sotto l’acqua e in città girano addirittura gli squali, assurdo.
Migliaia di persone evacuate e danni incalcolabili, pazzesco.
Noi continuiamo a lavorare freneticamente e durante la settimana riusciamo a trovare il tempo di andare anche al mare, a trovare Ada e Glen che sono in vacanza con amici, e fare qualche festicciola con tutti i ragazzi, compresi Michel, Johanna e la piccola Minowa, ovviamente a casa di Daniela, ormai è venduta :-D
Un sabato abbiamo ammutinato St.Andrews per provare un mercato a Lorne, sulla ocean road, il tempo non era bellissimo ed il mercato un po’ “comune”, inizialmente eravamo abbastanza panicati perché ci sentivamo un po’ fuori luogo, eravamo gli unici ad avere diciamo cose meno ovvie e temevamo il fallimento, invece come sempre le donne si sono fomentate e la giornata è finita in un crescendo inimmaginabile, alcune passavano ore all’interno e si provavano di tutto, come bambine.
Nel pomeriggio andiamo a trovare Julie, una compagna di scuola di Daniela, non si vedono da parecchi anni perché dopo il divorzio dal marito si è ritirata con tre figli sopra Lorne, cioè sopra, dispersa in mezzo al nulla praticamente; per l’occasione verrà anche Jane, la migliore amica di Daniela dai tempi della scuola, non ho mai parlato di lei ma è assolutamente una donna fantastica, allegra e piena di vita, al contrario della cricca lei ha un lavoro normale, fa la segretaria e ama il suo lavoro, il suo lavoro ama lei, sono felice di rivederla è troppo positiva e politicamente scorretta, come me.
Seguiamo le indicazioni stradali che ci ha inviato e raggiungiamo a fatica il luogo.
Julie è insegnante di psicologia ma per anni ha lavorato in polizia, ad un certo punto si è stufata e con i figli si è ritirata in questo posto, c’era solo uno shed e per un po’ hanno vissuto qui fino a quando lei non ha conosciuto attuale compagno ed insieme hanno deciso di costruirsi una casa ed una nuova vita.
In un anno e mezzo hanno realizzato questo sogno, costruito una casa di strow-bale e iniziato a creare una piccola fattoria.
Hanno capre, oche, galline,  mucche, un alpaca , cani, gatti e due bei suini, quest’ultimi non hanno intenzione di riprodursi e se continuano così saranno costretti a farne salsicce, sapendo del mio trascorso mi hanno chiesto se posso “confezionarli” per loro...no, non sono così esperto :-)
Con queste poche bestie e l’orto non hanno praticamente quasi bisogno di nulla, producono e utilizzano tutto il necessario per l’alimentazione, anzi, quotidianamente vendono nelle cittadine vicine i prodotti che confezionano, dal latte allo yogurt, le marmellate, le conserve o la verdure…sono fantastici.
La casa è bellissima fuori “paglia” dentro legno, da anni ormai mi incuriosiscono le costruzioni alternative come mud brick, legno o paglia, secondo me dovrebbero essere prese in seria considerazione specie in occidente, ma quest’ultima non l’avevo mai vista da così vicino, stupefacente, solida, “viva”, mi ha lasciato senza parole.
Lui mi mostra tutti i libri , i disegni e i metodi di costruzione descrivendomi tutto nel dettaglio visto che l’ha praticamente fatta lui con qualche amico e un architetto, ci hanno messo poco più di un anno per costruirla e speso 150.000 dollari, nulla, assolutamente nulla.
Mancano ancora delle rifiniture ma è semplicemente favolosa.
Ci hanno accolto con un entusiasmo contagioso e sin da subito hanno cominciato a parlare come se si fossero viste l’altro giorno, raccontandosi tutto quel che è accaduto negli ultimi 10 anni fino a sera e per l’occasione lei ha preparato anche la cena in stile italiano, cioè pasta, questo lo poteva evitare.
I bambini non vanno a scuola lei gli insegna tutto quel che può (questa è una cosa frequente in Australia, specie se vivi in posti remoti) ma devo dire che non si avverte, sono svegli e capaci, non si lagnano ne frignano, e hanno occhi scintillanti, very clever.
L’educazione Steiner è stata ovviamente al centro di alcune discussioni, a breve i ragazzi andranno a scuola e voleva avere da Daniela alcune delucidazioni e suggerimenti, e probabilmente sarà “materia” di incontro nel prossimo futuro, molte sono le famiglie interessate nella zona e probabilmente Daniela ne sarà coinvolta…
Il week end è finito e noi torniamo a casa, è stato davvero interessante conoscere Julie e la sua famiglia e bello rivedere Jane.
Il 24 gennaio è stato il compleanno di Daniela e abbiamo festeggiato la serata a casa di Ada con un piccolo buffet, Daniela non ama i compleanni tanto meno le feste quindi con i ragazzi abbiamo organizzato semplicemente una scampagnata vicino casa al fiume, un modo per rivederci tutti.
Per un paio di settimane avremo solo da lavorare il sabato, molti mercati sono finiti e gli altri iniziano a metà febbraio quindi….quindi dopo le fatiche di questi mesi abbiamo deciso di farci 12 giorni di vacanza, dove possiamo andare senza spendere troppo e senza volare?
Tasmania :-)
Nonostante non stiamo mai fermi mi sembra come di tornare on the road, troppo semplice l’Australia, abbiamo bisogno di vero wild.
Prendiamo il traghetto all’alba e con il fedele van ci imbarchiamo direzione Devonport, dopo 12 ore siamo li, fa freschetto da queste parti.
In 12 giorni abbiamo praticamente fatto il giro dell’isola, partendo dalla deliziosa Lunceston siamo arrivati fino alla costa est nella Great Oyster Bay, a Coles Bay per l’esattezza dove abbiamo pernottato nel National Park per poi il mattino seguente fare una demoniaca ma suggestiva rampicata per osservare dall’altra parte la famosissima Winglass Bay, km di spiaggia bianchissima e mare cristallino…wow.
Tutto il parco, come tutti i parchi australiani, sono estreme mante efficienti, i rangers danno informazioni dettagliate, consigli e pile di depliant e mappe, praticamente il navigatore che Sandro a regalato a Daniela per il compleanno quasi non serve.
Da li scendiamo verso Port Arthur passando per la costa ed i suoi tesori naturali, spiagge bianchissime, paesaggi che ti lasciano di stucco, coste a picco nell’oceano, vecchie cittadine ferme nel tempo, canguri e simili che sbucano da tutte le parti, piccole farms dove sostare ed assaggiare ogni genere di prelibatezza prodotta in questa piccola straordinaria isola, tutti prodotti sono il massimo di purezza che si possa trovare, quello che non trovo sono le esatte parole per descrivere.
Port Arthur è stato nel 1800 uno dei peggiori penitenziari mai esistiti, ribattezzato “l’inferno in terra”.
La visita mi ha lasciato un po’ così, il luogo si presenta bellissimo, con dei graziosi giardini vittoriani, un prato sterminato e i resti degli edifici dell’epoca in parte ristrutturati; per gli australiani questo è un luogo storico molto rilevante, per me no.
Il luogo appare decisamente splendido, meglio dei giardini della regina, ma rimane pur sempre un penitenziario storicamente violento.
Anche la visita con il traghetto ultra moderno per “ammirare” l’isola dei prigionieri minorenni, isolati li per via delle violenze sessuali che subivano nel penitenziario principale, non mi incuriosisce affatto, anzi.
Sinceramente non mi affascinano questo tipo di esperienze e nemmeno a Daniela, poi come se non bastasse, nel 1996 questo luogo è stato scenario dell’ennesima tragedia, un giovane folle ha sparato nel bar, nel parcheggio e alla biglietteria, uccidendo 33 turisti senza motivo…basta, la visita è finita.
Insomma Port Arthr lo potevamo evitare anche per i 30$ cha abbiamo pagato a testa per il biglietto di 2 giorni, ma almeno quelli in parte li abbiamo ammortizzati, li ho rivenduti a metà prezzo a due eccitatissime ragazze del Queensland fuori nel parcheggio, buona visita!
Il nostro tour prosegue senza ombre, ci piace troppo viaggiare e questo posto è bellissimo quindi destininzaione Hobart, li avremo modo di vedere Sally e Rioso, anche loro hanno deciso di farsi una vacanza in Tasmania ma con qualche giorno di ritardo, e non sono gli unici, in giro ci sono anche Johanna e Michael con la famiglia di lei venuta dall’italia in vacanza, solo che non possiamo vederli perché fanno un altro giro, peccato.
La città di Hobart mi piace, a differenza di Daniela io la trovo molto affascinante; la città si affaccia sul mare con alle spalle un monte, da Salamanca Place prendiamo delle stradine che si inerpicano verso l’alto e raggiungiamo la sommità da cui si gode una bella vista della baia, intorno tante viuzze che si perdono in dell piazzette tra casa davvero magnifiche, sembrano finte per quanto son belle, in giro ristoranti, molti italiani e negozietti, davvero carina.
Il giorno dopo diamo abbiamo appuntamento a Sally e Rioso al Salamanca market che si tiene ogni sabato (deformazione professionale), dicono sia bellissimo.
Ci incontriamo e subito facciamo un giro curioso e criticoso per il mercato, anche se io vorrei fare colazione e già ho adocchiato una vecchietta mezza tedesca che promette bene….la sentenza è unanime, il mercato è bello, molti stalls, ma è turistico..ah, maledetti hippies :).
Partiamo da Hobart terminando il nostro tour dell Tasmania tutti insieme, dirigendoci verso Mount Field per visitare le famose Russel Falls, km e km nel mezzo del National Park; la notte abbiamo dormito in mezzo alla foresta, non so se potevamo ma lo abbiamo fatto, dopo cena tutto si è animato e piccoli mostrini somiglianti a canguri nani hanno accerchiato i nostri van, io impazzito gli correvo dietro nel buio per le foto.
La mattina seguente faceva freddo, parecchio, io e Daniela non avevamo pensato a questa ipotesi quindi ci siamo vestiti con tutto quello che avevamo, cioè nulla, mentre camminavamo verso le cascate gruppi di turisti giapponesi ci fermavano per farci foto, ero troppo ridicolo con i calzini rosa e i sandali L.
Il giorno seguente siamo arrivati a Lake Claire, il freddo aumentava così come le persone iper equipaggiate che ci fissavano in modo strano, abbiamo campeggiato in riva ad un fiume bellissimo, Rioso con il suo macete si aggirava nei pressi della riva in cerca di legna, dall’acqua tentava di tirare su un albero, è proprio matto.
Il fuoco però ci ha salvato la vita e stretti intorno ad esso abbiamo cenato e parlato fino a tardi, nel silenzio più assoluto, senza nessuno intorno, solo noi e quello spettacolo di suoni e stelle, mi sto seriamente innamorando di questo paese.
Da li ci siamo diretti verso Strahan, la più famosa cittadina della West Coast, ma a parte tour  organizzati e le simpatiche botteghe di legnami, abbiamo trovato interessanti le nuove e pulite docce pubbliche della città, tutti sotto…
Verso la strada per Stanley ci siamo fermati una notte alle Hellyer Gorge, in un simpatico rest area occupato da tutti i grey nomads con i loro campervan superaccessoriati, dopo cena, pasta all’arrabbiata per me e Daniela, riso e verdure per Sally e Rioso, siamo andati a letto lasciando i piatti sporchi nel secchio fuori dal van, ma ad un certo punto abbiamo sentito dei strani versi uniti a strani rumori, io e Rioso siamo subito usciti per vedere cosa era e…a ravanare nella padella dell’arrabbiata c’era un piccolo diavolo della Tasmania.
Incredibile, troppo raro per essere vero, appena gli abbiamo puntato le torce si è dileguato ma mai scorderò questo evento.
Purtroppo questi splendidi animali sono in via di estinzione, questa volta pare che non sia colpa dell’uomo ma di un tipo di cancro che non gli lascia speranze, per questo è rarissimo vederli in natura…soo cute.
Il viaggio sta terminando ma prima di tornare verso Devonport decidiamo di concederci un paio di giorni di mare, quindi dopo una breve visita a Stanley, altra graziosa cittadina situata in mezzo ad una micro penisola, e dopo la colazione della vita, ci ritroviamo a Rocky Cape, campeggiati praticamente sulla spiaggia.
Il tempo è magnifico e nonostante l’acqua gelida ci concediamo due giorni di totale relax al mare.
Rioso già ha fatto amicizia con tuti grey nomads (i g.n. sono pensionati che arrivati alla fine della loro vita lavorativa, con i figli già indipendenti, decidono di vendere tutto e comprarsi, solitamente, un bellissimo caravan e con questo passare anni e anni a girare per il paese, appunto nomadi grigi), e con il tipo che abita al di la del piccolo fiume di tee tree che sfocia nel mare, io Daniela e Sally ci spappoliamo o leggiamo.
Verso sera ceniamo tutti insieme e mentre Sally e Daniela se la svignano, Rioso dopo un paio di birre comincia a parlarmi delle sue teorie.
Rioso è un carissimo ragazzo, competente ed estremamente interessante, è in pratica una sorta di alchimista, si fa da solo tutto, dalle “medicine” alle verdure, dalla birra (davvero ottima) all’acqua smagnetizzata, a qualunque altra cosa, è un McGyver filosofico un po’ ossessionato diciamo, il problema è che crede estremamente a quel che pensa e cerca costantemente di fartelo capire.
Con me è guerra persa, io ascolto tutto e tutti, specie teorie sulla fine del mondo (a proposito inizia il 27 settembre 2011 con i cataclismi), i profondi cambiamenti universali nel 2012, il knowledge book, le vibrazioni cosmiche, il calendario maya e tutto l’ambaradan davvero, mi piace ma…. ma è inutile, io non ascolto nemmeno me stesso, sono un caprone.
Quindi quando mi dice, facendomi guardare nello splendido cielo stellato della Tasmania un piccolo punto luminoso, quella è la stella di Reyhan (non so come si scrive), io vengo da li e tornerò a casa fra 400 anni….io che posso fare?? sono proprio la persona sbagliata credimi...
Sallyyyyyyyyyyy
Te lo vieni a riprendere?
Così si interrompono le logorroiche serate di Rioso :-)
La nostra vacanza termina qui, cioè non esattamente, finisce mentre osserviamo i pinguini che al tramonto tornano in spiaggia vicino Devonport, domani abbiamo il traghetto che ci riporterà a casa lasciando questa incredibile piccola isola che è la Tasmania, davvero impressionato dalla bellezza di questo luogo, una piccola Australia tascabile.
Andrea, Tasmania, Australia

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