"Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.
I loro desideri hanno le forme delle nuvole."

Charles Baudelaire

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sabato 8 ottobre 2011

Ecologismo contemporaneo


….febbraio/marzo 2011
Dopo la piacevole parentesi tasmaniese si ricomincia subito a lavorare, c’è il St. Kilda Fesitval.
St. Kilda è il quartiere al mare di Melbourne, quello della movida e dei backpakers per intenderci, molti vivono qui anche se come in tutto il paese un letto in un ostello costa minimo 25$ a notte, capito perché moltissimi hanno un van? Non esistono motel o alberghetti per meno di 70$, un pochino troppo anche per un paese come l’Australia.
Un festival così ancora non lo avevo visto, praticamente tutta la zona è off limits per le auto, dall’alba alla fine della manifestazione, noi siamo arrivati con il permesso alle 7 del mattino e abbiamo potuto riprendere il van  non prima di mezzanotte.
È stato un massacro.
C’è un palco principale proprio a ridosso del mare e poi tutti piccoli stages in giro, uno è proprio accanto a noi non riuscivamo nemmeno a parlare e le persone erano talmente tante che per assistere ai concerti si infilavano fino dentro il nostro stall, praticamente un festival buttato.
Ci saranno state 5000 persone, non si vedevano altro che corpi ovunque, davvero spaventoso.
Ma fortunatamente come spesso accade in questo paese nessun’incidente, tutti sono tornati a casa con i mezzi di trasporto pubblici messi a disposizione dalla città gratuitamente, solo tanta musica, balli e divertimento…per loro L.
Da li abbiamo cominciato anche il mercato settimanale del giovedì sera che si tiene appunto a St. Kilda, solitamente inizia in dicembre ed è uno dei migliori anche per via delle vacanze estive e della chiusura delle scuole, quest’anno è cambiata l’organizzazione e posticipato l’inizio di due mesi, carino vero, ma un mezzo fallimento a livello lavorativo, fortuna che è stagione di fichi J.
Grazie a quelli ci paghiamo la spesa quotidiana, in giardino c’è un albero gigante e tutti i giorni Daniela dopo aver litigato con i pappagalli che se li mangiano, ne raccoglie un bel cesto pieno e li porta all’organic shop vicino casa, gli danno 20$ al kilo, grande.
Per non farci mancare nulla siamo anche andati alla Dolce Italia Festival, che si tiene ovviamente in Carlton, per l’occasione si tentava di entrare nel guinness dei primati per la pizza più  lunga del mondo, ma non credo ce l’abbiano fatta il tempo era pessimo.
Ad ogni modo io Daniela e Lino ci siamo fatti un bel giro per la festa, era strano sembrava di stare veramente in Italia, nella piazza principale tavoli e stand davanti ad un palco (compreso quello della porchetta), musica italiana ovviamente old style e tanti anziani, italiani veri ve lo garantisco, che ballavano a ritmo di vecchie canzoni, poi la mostra delle auto d’epoca italiane, musica e spettacoli, carino.
Una cosa devo dirla.
Gli italiani conosciuti in Australia sono molti, tra questi ad esempio le pimpanti zie di Daniela, sorelle di Ada, con i loro mariti, fidanzati o amici, ovviamente italiani, beh mi hanno lasciato senza parole, parlare con loro è come essere davanti al portone di casa, in Italia, ma non l’Italia attuale fatta di finti americanizzati o mediocri imborghesiti, ma quella vera, delle persone che hanno principi e ideali, sudore e sacrifici, che nonostante siano arrivati qui da giovanissimi portano con loro quel bagaglio umano e quei nitidi ricordi di un paese con una reale identità.
Mi ha impressionato parlare con loro e a quanto tengano al fatto di essere italiani nonostante tutti questi anni trascorsi dall’altra parte del mondo, i loro modi, il dialetto, lo spirito mai domo e con quella assoluta convinzione di essere parte del paese, lo sono ci mancherebbe.
In Italia ci vanno spesso e nonostante a stento riconoscano il paese in cui sono nati hanno sempre quella fiducia, quella consapevolezza che mai possa perdere la proprio identità! Gente vera.
Ringrazio Daniela per aver condiviso ancora una volta con me il suo mondo, certo non deve essere stato facile, specie ai tempi dell’adolescenza vivere in una famiglia italiana tra italiani in Australia, ma alla fine credo che abbia ripagato, tutte le zie e i cugini dimostrano questa mia idea, sono davvero eccezionali, anche se alcuni non parlano italiano ce l’hanno dentro, ben chiaro, come un marchio indelebile…mi piace parecchio, passerei mesi a parlare con loro, splendidi.
Uno dei doveri di un cittadino straniero ospite in un paese è certamente quello di partecipare attivamente hai bisogni della comunità, anche lottare se necessario, difendere i diritti e le idee dei più deboli…in questo caso dei ciclisti.
In un paese così efficiente e spazioso c’è chi lotta per abbassare ulteriormente il tasso di inquinamento (quasi inesistente qui), promuovere l’utilizzo delle due ruote e sensibilizzare gli autisti alla presenza dei stessi sulle strade, o semplicemente protestare.
Uno dei mezzi più originali ed efficaci è certamente il World Naked Bike ride, con lo slogan As Bare As You Dare, e chi lo organizza praticamente per l’Australia?
Daniela!!!
O il suo lato oscuro, non l’ho ancora ben capito…
Da una settimana il telefono non fa che squillare dalle 6 del mattino, giornalisti, programmi radiofonici, la tv nazionale, la polizia, è un continuo.
Annualmente tutto deve essere organizzato minuziosamente con le forze dell’ordine, estremamente gentili e disponibili tra l’altro, la “protesta” parte da dal parco vicino Fitzroy per fare un giro del centro città e tornare al punto di partenza.
È ora di pranzo, siamo al parco io, Daniela, Sharnie e tanti pennarelli, tinte naturali e secchielli, è una domenica tranquilla a Melbourne, c’è il sole, i bambini giocano, alcuni fanno sport o barbecue con le famiglie, gli uccelli cinguettano tranquilli.
C’è anche Dallas co organizzatore burocratico che si occupa tra l’altro del website, delle foto e dei video.
Dopo un paio d’ore siamo più di 150 persone ed altrettante bici, tutti in intimo a dipingersi il corpo a vicenda e scrivere scritte di protesta di ooooogni tipo, si gioca, si scherza, ci si prepara…anche io.
In giro fotografi, giornalisti e curiosi, alle 15 si parte, sulla mia bici Dallas ha montato l’impianto hifi, musica a cannone oggi per le strade della città.
Tra i partecipanti abbiamo conosciuto anche Saverio, italiano bolognese che vive qui da un anno grazie al working visa e si trova meravigliosamente, ha visto un po’ di movimento nel parco mentre andava a lavoro e…a deciso di partecipare anche lui, ma credo più per Sharnie che per l’evento J.
Il giro è stato divertente, sinceramente ero un po’ spaesato, un conto è girare per cofest un conto in pieno centro città, per giunta siamo passati anche a Carlton, la zona degli italiani, della serie alfa romeo rombanti, catene d’oro al collo e baffi, invece si sono tutti fermati e cominciato a scattare foto ed applaudire, è stato sensazionale, come davanti al teatro della città gremito per il musical Mary Poppins, un tripudio, o per la foto di rito davanti al Victoria Parliament House (quest’anno senza sposi), tutti con le bici sopra la testa; molti ci incrociavano, si guardavano in torno poi si spogliavano e si univano alla corsa, oppure altri si spogliavano e salivano sulla bici di qualcuno…mamma mia che giornata allucinante, decisamente insolita…solo a Melbourne poteva essere così libera.
L’unica cosa strana è che sul telegiornale nazionale e sui quotidiani ci sono finito io, in prima pagina, uno dei pochi con le mutande…fortuna altrimenti chi la sente mammà J.
Con tutto questo da fare di una cosa mi sono dimenticato…è scaduta la mia estensione, devo lasciare il paese!
Ma per Pasqua c’è confest e in 3 settimane Daniela deve lasciare casa, chi ci va a confest? 
Chi lo fa il trasloco?
Ho capito, il mio iniziale piano per il giro del mondo deve andarsi a fare benedire, pure lui, troppo da fare e troppo da dare indietro, nella vita si deve imparare anche questo…
Il biglietto per la Thailandia con il mio nome mi aspetta, la terza volta quest’anno, esco, faccio spese per il mercato e…torno nel posto dove dovrei essere, semplicemente, felicemente qui.

Andtrea, Melbourne, Australia

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