Dopo la rinfrescata notturna in cella siamo partiti alla volta di Quetta, il bus è stato caricato a dovere fino al tetto compresi i posti all’aperto, noi sistemati in fondo agli ultimi posti ma senza sedile, il sostituto sono le immancabili coperte (maledette 100 rupie), la guardia vicino all’autista insieme ad un’altra dozzina di persone visto che è tutto pieno, anche nel corridoio centrale solo posti…seduti, come sedili le cassette di coca cola in dotazione.
Dopo pochi km capiamo che sarà un altro viaggio all’insegna della scoperta, la strada è terrificante l’asfalto viene interrotto sistematicamente da km di sterrato e noi rimbalziamo sulla tavola come canguri, ma senza zampe (avessimo almeno un cucino), in più ogni tot km ci fermiamo per la registrazione e dobbiamo attraversare tutto il bus facendo alzare o scansare i presenti, quelli che non calpestiamo almeno, come non ci hanno ucciso non lo so, abbiamo tentato di far capire all’autista che era meglio essere seduti davanti ma è difficile coprendersi nel mondo…e come se non bastasse i militari fanno sempre del gran casino, per scrivere una parola servono 7 persone che la dettano al capo, alla fine scriviamo noi sui quaderni.
Il bus fa aria da tutte la parti specialmente dalle crepe sotto di noi, il che si traduce in continue nubi di terra che dopo pochi minuti rendono tutti i presenti vagamente albini, l’unica ventilazione è fornita dai due oblò sul tetto che fanno anche da cornice ai saluti e alle risa dei passeggeri all'aperto, l’aria diviene presto irrespirabile tra temperatura, sigarette e terra (in pakistan è vietato fumare solo in sala rianimazione), un vicino di sfiga mi allunga un fazzoletto di stoffa, il suo, me lo regala, io non ci penso troppo (quanto ci ho pensato dopo…) e lo uso come mascherina , ora capisco perché tutti sono “kefiati”...le note positive sono l’immancabile spettacolo della natura e la straordinaria cortesia locale anche qui tutti ci offrono da mangiare, bere, sigarette e…no guarda dopo il viaggio con la guardia…arriviamo finalmente in città, città, diciamo una Dalbandin con migliaia di abitanti e un ronzare terrificante di moto, vespe, carri da traino e risciò (tuk tuk, le nostre mitiche ape piaggio adibite al trasporto di esseri umani) che strombazzano continuamente rendendo il tutto più caotico del necessario, infatti di macchine ce ne sono pochissime, il tipo del fazzoletto ci invita a stare da lui con la sua famiglia ma anche stavolta decliniamo, abbiamo bisono di riprenderci un attimo.
Troviamo subito la nostra sistemazione in centro vicino al bazaar, una comoda camera doppia in una bettola comunicante con l’hotel Saddam (premonizioni…) purtroppo completo, il prezzo è assurdo 280 rupie a notte, 140 a testa.
La stanza è decente c’è anche il bagno con la doccia (non è poco...), l’unico problema è la coabitazione con la numerosa famiglia di blatte tra la zona notte e quella igiene, ma Kiran è convinto, ma dai sono piccoli aspetta di vedere quelli in India, mentre tiene tra le mani i nostri simpatici coinquilini…in effetti per 1 euro a notte posso fare a meno delle mie paure (come si cambia…).
Giriamo un po’ per la città e tutto sembra surreale tutti ci salutano, ci fermano, i negozianti ci regalano frutta secca non ci fanno pagare quasi nulla, addirittura i risciò non ci fanno pagare le corse e tutti ci intrattengono in conversazioni, curiosità, domande (?) e dire che siamo nella regione del Baluchistan, zona delle tribù beluci e pashto (talebani), in effetti c'è un nutrito numero di forze dell'ordine, ovunque torrette e postazioni in parecchi incroci però tutto è estremamente tranquillo, normale insomma.
Il giorno dopo andiamo alla stazione dei treni e prenotiamo i bigletti per Multan, inizialmente volevamo andare a sud, Karachi, ma la polizia ci ha “consigliato” di andare verso il centro del paese nel Punjab, zona assolutamente fuori pericolo per i stranieri e, anche se contrari, accettiamo la cosa.
Nel pomeriggio conosciamo dei ragazzi e ci portano nel loro internet caffè, ci fanno navigare gratis fino a sera e ci diamo appuntamento la mattina seguente per un giro fuori città, non sono nemmeno le 21 e andiamo verso l’albergo, ma mentre Kiran compra della frutta (mangia in continuazione), io vengo fermato da 4 persone in moto che cominciano subito a fare domande, un attimo mi stranisco e comincio a chiedere spiegazioni, mi dicono di essere poliziotti in borghese e ci chiedono come mai siamo ancora in giro? (ma fatti un cavolo di…) beh, è ora di cena stavamo proprio tornando…ok vi accompagniamo noi.
Durante il tragitto ci spiegano che sono poliziotti in borghese della "sezione stranieri" e che sapevano di noi, tutto, come tutti in città, ma non dove eravamo finiti a dormire e ci stavano cercando da stamane; arriviamo e l’albergo, è chiuso con la catena, ma dopo un po’ di strilli dei poliziotti scende il figlio del padrone, il ragazzo delle blatte (non mi è mai piaciuto) e ci apre, ci avevano chiuso fuori e non ci avevano mai detto nulla di orari e quant'altro, il capo sale su e comincia ad incaz…come un pakistano del tufello inveendo contro il proprietario perché non aveva comunicato a nessuno la nostra presenza ne fotocopiato i nostri documenti (procedura divenuta obbligatoria in Pakistan per i stranieri), ci fanno accomodare in stanza e ci avvertono del pericolo, dopo le 18 quando fa buio è pericoloso girare in strada, la situazione quì è seria, tra Quetta e Karachi, dicono, sono nascosti i due superricercati mondiali protetti da una parte dei pashto della regione, la zona è base di appoggio dei talebani praticamente e sanno quando ci sono stranieri in giro, si informano e procedono, kidnap!!
Dicono che abbiamo corso un grosso rischio ma fortunatamente ci hanno trovato in tempo...noi ebeti torniamo alla realtà e cominciamo a realizzare un po di avvenimenti dei giorni precedenti e scattano le paranoie e le paure del caso.
I poliziotti vanno via dicendoci che torneranno per consegnarci i passaporti, noi rimaniamo in stanza e dopo pochi minuti bussa il ragazzo delle blatte e comincia a farneticare in Urdu inglesizzato, Tomorrow-six morning-taliban-take you e pum pum… passport? a islamabad-lost…e ride…scusa cosa??? E ripete di continuo questa cantilena mentre io e Kiran già abbastanza agitati, cerchiamo di capire se è scemo lui o fottuti noi, l’unica cosa che riesco a dire in quegli attimi assurdi è…really??? E kiran…offcourse, we are kidnapped…lo mando fuori e chiudo la porta, cominciamo a capire come poter uscire chiamare qualcuno, come affrontare un eventuale situazione di pericolo, sembriamo due scemi nel panico, siamo, la cosa a preso una piega drammatica e tutto ci sembra ostile, passano 20 lunghissimi minuti così e di colpo bussano alla porta, Kiran è in bagno (eh...) io apro la porta con il coltello svizzero tra le mani (magari gli spunto un unghia), apro lentamente e….è il capo della polizia che sorridente ci riporta i passaporti, spalanco la porta e lo abbraccio come un padre, lui mi guarda un pò stranito poi si mette a ridere non appena gli raccontiamo quello che è accaduto con le nostre facce da cadavere, ma alla fine, parecchio alla fine, è tutto ok il ragazzo è scemo e io lo odio!
Andrea, Quetta
Non so perchè...ma secondo me non ti ci trovi poi cosi male in un posto del genere....e non so perchè mi ci troverei benissimo pure io!!!!
RispondiEliminaCi torniamo insieme qui ok????
Mi piace e non poco!!!!!
Ciao puork!!!!
segui anche il mio di blog....
beh a dire il vero e' uno spasso, trash magari e un po' rischioso a volte, ma terribilmente emozionante....eddaiiiiiiiiiiiiii...un abbraccio
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